GB: allarme rosso per i prodotti freschi, "Deperiranno alla frontiera"

GB: allarme rosso per i prodotti freschi, "Deperiranno alla frontiera"
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Di Gioia SalvatoriTadhg Enright
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Nei mercati generali oltremanica gli addetti ai lavori lamentano che le pratiche per lo sdoganamento sono ancora un rebus; ritengono certi rallentamenti alla frontiera tra Ue e Regno Unito dal primo gennaio con conseguente deperimento delle merci fresche più delicate

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Nel cuore della notte, il New Covent Garden Market a Londra è in pieno fermento. Una volta scaricati i camion in arrivo non si perde tempo nella preparazione degli ordini per le consegne mattutine. Anche con la pandemia, ristoranti e ristoratori vogliono la frutta e la verdura più fresche il prima possibile.

La stragrande maggioranza dei prodotti è coltivata nel continente, cosa succederà quando dal primo gennaio, con la fine del periodo di transizione post brexit, torneranno i controlli doganali tra Unione europea e Regno Unito e il cibo fresco dovrà aspettare in coda al confine? L'accordo tra Bruxelles e Londra per garantire ai britannici accesso al mercato unico è stato raggiunto in corner la settimana scorsa (è ancora in fase di approvazione da parte dei governi nazionali, leggi qui le prossime tappe), da allora si corre per preparare il nuovo corso.

L'allarme degli addetti ai lavori

Per Vernon Mascarenhas, direttore commerciale della società 'Scelta della natura' è dalla tappa di Calais che iniziano i problemi. "Quando lascia le nostre fattorie in Portogallo o in Spagna, la merce passa in Francia poi si arriva a Calais, è per questa tappa che sono preoccupato".

I prodotti freschi vengono trasportati in camion refrigerati ma alcuni è evidente che non possono sopportare lunghe attese. Insalata, spinacini, deperiscono in fretta e la Gran Bretagna li importa.

Shane Brennan, direttore esecutivo della federazione 'Catena del freddo', in questi giorni lavora come intermediario tra il governo e i conduttori di tir che rappresenta per cercare di facilitare al massimo le future procedure di sdoganamento. Lamenta enormi dubbi da parte di molti, e al primo gennaio mancano solo tre giorni.

"Ci sono ancora grosse incertezze, le società di logistica chiedono ancora molte informazioni ai loro clienti - spiega - La parola chiave è 'pronto per il confine': avere tutte le pratiche burocratiche a posto a seconda dei prodotti che hai nel tuo veicolo". Un vero rebus i moduli da compilare, un incubo per tanti. Una babele a cui il governo cercherà di porre rimedio con operatori specializzati alla frontiera che aiutino i trasportatori. "Se c'è un qualsiasi tipo di falla, ciò comporterà un ritardo per quel veicolo - spiega Brennan - E se ci sono delle lacune nei documenti i veicoli verranno fermati e respinti; ciò creerà un effetto a catena. Non ci vorrà molto per rallentare l'intero sistema anche in modo abbastanza drammatico. Piccoli ritardi, veicolo per veicolo, portano a lunghi ritardi per tutti gli altri".

La carenza di prodotti freschi per molti è una certezza, durerà giorni o mesi?

I supermercati britannici si stanno preparando alla fine del periodo di transizione post brexit come meglio possono. Nel caso di merci a lunga conservazione, si accumulano scorte. Il governo afferma che il Regno Unito ha una catena di approvvigionamento alimentare altamente resiliente e che non ci sarà una carenza generale di cibo nonostante il ritorno della dogana tra Gran Bretagna e Unione europea. Ma non tutti sono d'accordo. Il presidente della più grande catena di supermercati britannica Tesco ha affermato che la carenza di cibo fresco non può essere esclusa per un periodo di settimane o forse mesi. Altri nel settore alimentare vedono i ritardi come una certezza anziché come un rischio. Resta solo da capire per quanto tempo potrebbero durare i disagi.

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