Israele, sciolto il Parlamento: cade il governo Netanyahu-Gantz, si torna a votare

Un'immagine della passata campagna elettorale: Gantz e Netanyahu. Ora, non più alleati.
Un'immagine della passata campagna elettorale: Gantz e Netanyahu. Ora, non più alleati. Diritti d'autore AP
Di Cristiano Tassinari
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Se non è un record, poco ci manca: il 23 marzo 2021 gli israeliani torneranno alle urne per le elezioni politiche, per la quarta volta in meno di due anni. Parlamento sciolto a causa della non approvazione della legge di bilancio: il governo Netanyahu-Gantz non regge più.

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Il Parlamento di Israele, la Knesset, si scoglie e il paese di prepara alla quarta elezione in meno di due anni, in programma il 23 marzo 2021.

Le precedenti tornate elettorali si erano svolte nell'aprile 2019, nel settembre 2019 e nel marzo 2020.

Fine del traballante governo della "strana coppia"

Cade, dunque, la già traballante coalizione di governo formata dal "Likud" (Consolidamento), il partito del primo ministro Benjamin Netanyahu, 71 anni, e da "Blu e Bianco" (Kahol Lavan), il movimento di Benny Gantz, 61 anni, ministro della Difesa.

Davvero una "strana coppia", che doveva fare la staffetta nel ruolo di primo ministro: 18 mesi per Netanyahu e 18 mesi per Gantz.
Ma il tempo della politica israeliana corre troppo veloce...
E, c'è da scommetterci, dopo che la coppia stava scoppiando già da un po' - in contrasto su ogni decisione da prendere - i due ora saranno acerrimi rivali nella prossima campagna elettorale.

Ma perchè il Parlamento è stato sciolto?

il Parlamento israeliano non è riuscito ad approvare la legge di bilancio entro il termine previsto, la mezzanotte di martedi, causando cosi l'ennesima crisi politica.
Legalmente, infatti, la mancata approvazione porta allo scioglimento della Knesset.

Lunedi, del resto, era fallito anche un tentativo di approvare una legge che posticipasse di una settimana il termine per l'approvazione della legge di bilancio.

Oded Balilty/Associated Press
La "strana coppia" Netanyahu-Gantz nel mirino delle proteste popolari (2.12.2020).Oded Balilty/Associated Press

Netanyahu contestato e ancora in sella, tracollo di Gantz

Nonostante la cattiva gestione della pandemia e i lockdown imposti alla popolazione, che ha lungamente protestato per le strade di Tel Aviv chiedendone le dimissioni - anche per le sue sempre più numerose vicende giudiziare - la popolarità di Netanyahu è ancora alta, come dimostrano gli ultimi sondaggi.

Mentre è crollata quella di Gantz, proprio a causa della sua partecipazione al governo di coalizione, formato nel maggio scorso, dopo elezioni che non avevano espresso, ancora una volta, una chiara maggioranza.

Il tracollo di Gantz è evidenziato ancora di più dai recenti sondaggi: in marzo 2020 aveva ottenuto un eccellente 26,5%, mentre ora precipiterebbe addirittura al 3,25%, con il rischio concreto di non avere neppure un seggio in Parlamento.

Destra in ascesa

Se Netanyahu rimane il favorito per le elezioni, all'orizzonte della scena politica israeliana spunta "Yamina", partito di destra guidato dall'ex ministro della Difesa Naftali Bennett, 48 anni, che sta andando molto forte nei sondaggi.

In ascesa, sempre a destra, anche "Nuova Speranza" (Tikva Hadasha) guidato da un ex esponente di spicco del "Likud", il 54enne Gideon Sa'ar.

Ai due partiti, i sondaggi assegnano rispettivamente - al momento - 13 e 18 seggi.
Il "Likud", per intenderci, sarebbe a quota 29 seggi.

Mentre altri partiti di opposizione, il centrista "Yesh Atid" (C'è un futuro) e "Meretz" (Energia), di sinistra, rimangono, per ora, alla finestra.

Sullo sfondo di queste ennesime nuove elezioni in Israele non potrà, comunque, non esserci la questione palestinese.

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