In migliaia hanno manifestato nella capitale moldava per chiedere elezioni politiche anticipate; il parlamento, in carica fino al 2023 e legato al vecchio establishment filorusso, boicotta la nuova presidente europeista
"Difendiamo il voto e la volontà popolare". Con questo slogan migliaia di persone si sono ritrovate intorno alla neo eletta presidente della Moldavia Maia Sandu per chiedere elezioni anticipate e un nuovo parlamento; le leggi ora in discussione "non cercano di migliorare la vita dei moldavi, ma piuttosto di seminare discordia nella società, mentre si continua a rubare impunemente", ha detto Sandu. "Vogliono mettere tutto il potere nelle mani di una persona, farne un dittatore e trasformarci in schiavi", lamenta un manifestante. Nel mirino della protesta l'ex presidente moldavo, il filorusso Igor Dodon il cui partito controlla ancora il parlamento impegnato in un'opera di boicottaggio dei poteri presidenziali. Questa settimana, ad esempio, con una legge il controllo diretto dei dei servizi di informazione e sicurezza è stato eliminato dalle prerogative presidenziali.
Senza l'appoggio del parlamento il nuovo capo di Stato, che giurerà il 24, non ha margine di manovra per questo immediatamente dopo le presidenziali ha sollecitato il governo a dimettersi per andare verso elezioni anticipate "nel rispetto della volontà popolare". La Moldavia è una repubblica parlamentare quindi il presidente non ha diritto di indire elezioni legislative se non in caso di crisi politica.