AstraZeneca: il vaccino tra 'stop and go', attesa per la pubblicazione

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Attesa per la pubblicazione dei dati scientifici dopo l'ammissione della casa farmaceutica che il vaccino necessita di ulteriori approfondimenti

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Il vaccino è valido ma servono studi ulteriori, anzi no, la prossima settimana pubblicheremo i risultati che sono robusti. Niente di meglio per minare ulteriormente la fiducia dei cittadini nel farmaco, dello stop and go della casa farmaceutica AstraZeneca che ha sviluppato con l'Università di Oxford il vaccino ad oggi più economico contro il coronavirus. 

Andando per ordine: lunedì è arrivato l'annuncio di Astra Zeneca "il nostro vaccino è efficace al 70%" e dopo tre giorni la retromarcia: servono studio ulteriori, c'è stato un errore sulle quantità somministrate, a quanto pare un'incomprensione con chi ha messo il vaccino nelle fiale. 

Chris Smith, virologo, caporedattore del podcast 'The Naked Scientists' ci spiega nel dettaglio che cosa è successo: "In origine tutte le persone coinvolte nella sperimentazione avrebbero dovuto assumere due dosi di vaccino (dosi intere a distanza di tempo n.d.r.). Ma ad alcuni soggetti è stata inoculata metà dose la prima volta. Ora, normalmente questo non sarebbe un problema se si vuole semplicemente verificare che il rimedio sia sicuro o funzioni. Ma quando hanno effettivamente esaminato i dati hanno scoperto che le persone che hanno ricevuto mezza dose la prima volta sembravano rispondere notevolmente meglio del gruppo che ha ricevuto due dosi intere. Quindi "la scoperta appare fortuita", se si rivelasse vera significherebbe che il vaccino va molto più in là di quanto avevamo originariamente previsto. Intanto però si mina la fiducia dell'opinione pubblica con molte persone già preoccupate che questi vaccini vengano prodotti a un ritmo molto veloce, facendo ricerche che normalmente richiederebbero dieci anni in dieci mesi, con conseguenti dubbi sui vaccini ".

Risultati migliori sul gruppo più giovane

I risultati migliori sul gruppo a cui è stata inoculata mezza dose e poi una dose intera, tra l'altro, sarebbero legati alla giovane età dello stesso 2300 persone di massimo 55 anni. Dunque tutto da rifare? Non sembra perché poche ore fa da AstraZeneca è arrivata un'altra giravolta: i risultati sono "robusti", presto il dossier arriverà all'agenzia europea del farmaco e la prossima settimana l'intera ricerca sarà pubblicata su riviste scientifiche, hanno confidato fonti aziendali all'ANSA. Come finirà il giallo è la domanda che tutti si pongono.

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