Perché Tap, il gasdotto Transadriatico, provoca così tante polemiche?

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Di Sergio Cantone
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Perché Tap, il gasdotto Transadriatico, provoca così tante polemiche? Malgrado l'annuncio ufficiale della sua operatività c'è chi dice che non è vero che sia in funzione. E che oltretutto non serve

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Il gasdotto Transadriatico è operativo. Almeno così annuncia la società per azioni TAP, ma è già polemica. Il progetto dovrebbe fornire gas naturale a tre Paesi europei, da Est verso Ovest, attraversando l'Adriatico: Grecia, Albania e Italia.

L'infrastruttura energetica si allaccia ad altri due tronconi separati, Tanap (Transanatolian Pipeline) e Scp (South Caucasian Pipeline) e riceve il gas estratto nei giacimenti off-shore del Mar Caspio, in Azerbaigian. 

Una parte consistente della popolazione della provincia di Brindisi però è contro il gasdotto. 

Negli ultimi anni si è sviluppato il movimento NO-Tap, sia in Puglia che a livello nazionale, facendo eco al motto No-Tav.  Gli attivisti affermano che l'opera è del tutto inutile, dannosa per l'ambiente e che non è stata completata, nonostante gli annunci della società Tap, come dichiara a Euronews il consulente legale del movimento anti-pipeline, Graziano Petrachi:

"il gasdotto per essere operativo dovrebbe essere in grado di fornire il gas, ma l'allacciamento alla rete Snam non è stato effettuato, come si fa a consegnare il gas? Ammenoché non si vogliano trasportare le bombole a dorso di cammello o su dei carretti". 

Per Petrachi inoltre il problema ambientale è una questione di sostanza: 

"perché le scavatrici sono ancora al lavoro per ripristinare."

La ripristinazione sarebbe la copertura del tracciato del tubo e il ritorno degli uliveti espiantati per far i lavori. Proprio la rimozioni degli ulivi fu una delle cause dell'opposizione al progetto da parte del movimento No-Tap.  

Afferma inoltre l'avvocato anti-gasdotto che "per posare le tubature nell'Adriatico sono stati fatti danni irreparabili al fondo marino, come distruzione di banchi di posidonia e del coralligeno."

Il progetto è comunque parte del Corridoio Gas Sud dell'Unione Europea. Un'idea ambiziosa che intende diversificare le forniture di gas naturale, affinché i Paesi Ue non dipendano eccessivamente dalle forniture russe. 

Il Tap si collega alla frontiera tra Grecia e Turchia al Tanap che a sua volta si allaccia al Scs sul confine con la Georgia. Tre sezioni e tre società diverse per portare in Europa occidentale il gas naturale azero. Per un itinerario di 878 chilometri. 

Fanno parte del consiglio di amministrazione di Tap, l'Italiana Snam, la britannica BP, e poi SOCAR, la società azera degli idrocarburi, più altri operatori albanesi e greci. 

Anche il Movimento 5 Stelle che all'inizio si era opposto al progetto, nel 2018 ha dovuto fare una marcia indietro, fratturandosi tra realisti e intransigenti. 

La svolta venne fatta da Luigi Di Maio, all'epoca vice-premier, che dichiarò: 

"Quando abbiamo potuto studiare bene tutte le carte del gasdotto Tap e ci siamo concentrati sulla proiezione dei rischi, quando abbiamo capito che avremmo dovuto sborsare oltre 20 miliardi e rinunciare così al reddito di cittadinanza, alle pensioni e a tutto quello che stiamo facendo, e allora è chiaro che abbiamo dovuto dire la verità ai cittadini."

Fu anche il segno che la grande diplomazia europea ha un suo peso non indifferente. Il progetto è infatti difeso da Bruxelles anche nel quadro della sua strategia contro le emisisoni di Co2. 

Ciononostante, secondo Petrachi Tap disattende sia il suo ruolo geopolitico che quello anti-cambio climatico, perché "l'Azerbaigian a partire dal 2025 non avrà abbastanza gas, e dovra acquistarlo dalla Russia e il suo impatto ambientale rischia di aumentare le emissioni di ossido di carbonio."   

Il costo totale del progetto è di 4 miliardi e mezzo di euro, ed è in parte finanziato dalla Ue attraverso la Bei e la Berd.  

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E la società che controlla l'infrastruttura avrà contemporaneamente la proprietà del tubo e quella del giacimento. Si tratta di una vera e propria esenzione rispetto alle pratiche anti-monopolio della politica di concorrenza energetica. 

Il rappresentatnte Tap per le realzioni esterne, Vugar Veysalov, ha scritto a Euronews che: 

"Il progetto Tap è stato sostanzialmente completato, sia gli otto chilometri sulla terraferma italiana che le infrastrutture di ricezione del gas, il terminal. Per quanto riguarda l'esenzione (sulla proprietà) il 15 Novembre 2020 sono cominciate le operazioni commerciali secondo gli accordi (con l'Ue) nel terzo pacchetto energia della durata di 25 anni. Le regole sulle tariffe e l'esenzione dell'obbligo di separazione della proprietà sono quindi effettive." 

Ora si tratterà di vedere quando la Snam farà gli allacciamenti previsti per la distribuzione del gas nella rete.

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