Covid-19, la mutazione del coronavirus nei visoni danesi riguarda tutti noi (e il vaccino)

Henrik Nordgaard Hansen e Ann-Mona Kulsoe Larsen uccidono i loro 3mila visoni (mamme e cuccioli) nell'allevamento di Naestved, Danimarca
Henrik Nordgaard Hansen e Ann-Mona Kulsoe Larsen uccidono i loro 3mila visoni (mamme e cuccioli) nell'allevamento di Naestved, Danimarca Diritti d'autore Mads Claus Rasmussen/Ritzau Scanpix
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Di Danielle Olavario
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La mutazione del Sars-CoV-2 nei visoni in Danimarca potrebbe avere effetto anche sulle nostre vite - e sulla ricerca per il vaccino. Ecco perché.

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La Danimarca ha rivelato in settembre l'intenzione di abbattere 17 milioni di visoni dopo il contagio di una decina di persone, infettate da una forma mutata di Covid-19 nello Jutland settentrionale. Trattasi di otto addetti ai lavori di un allevamento di pellicce e altri quattro individui delle comunità vicine.

Non è la prima volta che un visone contrae un virus e lo trasmette agli esseri umani.

Nell'aprile del 2020, ad un lavoratore di un allevamento di visoni nei Paesi Bassi è stata diagnosticata la Covid-19. Successivamente è stato dimostrato che può esserci trasmissione sia da uomo a visone, sia da visone a uomo.

Nei mesi successivi, nuove infezioni da visone sono state segnalate in Italia, Spagna, Svezia e Stati Uniti.

La differenza in Danimarca è però notevole.

Qui la Covid-19 rilevata nei visoni e negli esseri umani infettati appartiene ad un ceppo mutato. La notizia è arrivata proprio mentre le aziende farmaceutiche stanno facendo a gara per arrivare prima ad un vaccino che possa mettere fine alla pandemia.

Cosa intendiamo quando parliamo di mutazione?

Secondo il Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC), il virus che causa la Covid-19 è mutato almeno 20 volte da quando è stato rilevato per la prima volta nell'uomo, nel 2019.

La maggior parte di queste mutazioni hanno avuto scarso effetto sul virus e alcune di queste lo hanno addirittura reso più debole, come dimostraa un campione prelevato nell'ottobre 2020.

Ma quando un virus passa da una specie all'altra, le mutazioni possono essere più accentuate.

Il virus si adatta e si sviluppa in un nuovo ospite con una diversa composizione biologica e genetica. Quando viene torna alla specie d'origine, può risultare più forte e più resistente di prima.

Cosa significa? Che in caso di immunità ad un ceppo del Sars-CoV-2 - attraverso un vaccino, per esempio - non si è sicuri di essere immuni anche al ceppo mutato.

Qual è la buona notizia?

Anche se il nuovo ceppo è mutato, gli scienziati non sanno ancora se il virus è anche più letale o meno.

L'ECDC sottolinea che, nonostante il ceppo sia diverso geneticamente, i pazienti infettati da varianti legate al visone non hanno sintomi peggiori rispetto a quelli infettati da Covid-19 "classico".

Allo stesso tempo, il settore dell'allevamento di visoni è relativamente minuscolo in rapporto all'industria agricola globale, ed è improbabile una diffusione di massa di questo nuovo Sars-CoV-2 oltre le frontiere.

Nelle sue conclusioni, l'ECDC scrive che il rischio complessivo per la salute umana, tra la popolazione generale, è basso. Tuttavia, rimane moderato perr coloro che lavorano nel settore dell'allevamento di visoni.

In Italia, nell'agosto scorso, è stato trovato un solo visone che ha contratto il nuovo Covid-19 su 1.500 testati.

Nei Paesi Bassi, nel frattempo, è stato decretato il divieto di allevamento dei visoni dal gennaio 2021 al gennaio 2024 - una notizia accolta con favore dai gruppi animalisti.

E la cattiva notizia?

La variante del Sars-CoV-2 dei visoni danesi ha suscitato preoccupazioni per il suo effetto sull'antigenicità, ovvero la capacità di indurre una risposta immunitaria.

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Dato che i vaccini servono solamente ad indurre l'immunità, il timore è che i vaccini anti-Covid-19 non riusciranno a proteggere efficacemente da questo nuovo ceppo del virus.

Lo scenario peggiore? Lo sviluppo di diversi nuovi ceppi da trasmissione animale a trasmissione umana, e viceversa, i quali in teoria potrebbero richiedere più vaccini.

Dato il tempo necessario per sviluppare un vaccino, il timore è che la Covid-19 possa continuare a mutare senza mai del tutto sparire.

Ma - e questo è un grande ma - non c'è attualmente alcuna prova che questo nuovo ceppo sia meno sensibile ai vaccini attualmente in via di sviluppo.

Perché il visone?

Gli animali più sensibili alla SARS-CoV-2 sono gatti, leoni, tigri, tigri, furetti, visoni e due specie di criceto e pipistrello, il pipistrello egiziano e il criceto siriano dorato.

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I visoni provengono dalla stessa famiglia dei furetti, che già a metà degli anni '30 sono stati utilizzati dagli scienziati per studiare i virus dell'influenza e più recentemente per testare vaccini antinfluenzali e antivirali.

Il motivo per cui i furetti sono buoni soggetti è che, a differenza dei topi - che sono tipicamente usati come cavie dagli scienziati - mostrano sintomi simili a quelli umani, tra cui febbre e starnuti.

Ma il motivo per cui la Covid-19 si è diffusa così rapidamente tra i visoni in Danimarca è probabilmente dovuto alla natura intensiva dell'industria, che comporta l'allevamento di centinaia di animali in gabbie a maglie d'acciaio, in ambienti estremamente ristretti.

L'Europa è leader mondiale nella produzione di pellicce, con oltre 27 milioni di pellet di visone prodotti ogni anno e più di 2.750 allevamenti, 1.100 dei quali in Danimarca.

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