Città, paesi e villaggi che cambieranno (di nuovo) storia e nazionalità: manca poco all'entrata in vigore dell'accordo di pace che costringerà l'Armenia a restituire il territorio del Nagorno-Karabakh all'Azerbaigian.
Rovshen Bayramov e la sua famiglia lasciarono la loro città natale di Shusha nel 1992, nel pieno della guerra nel Nagorno-Karabakh, quando le forze armene presero il controllo del territorio.
L'artista ha abbandonato tutto, compresa la casa dove è nato e cresciuto, ma soprattutto ha lasciato i suoi quadri.
Rovshen fu uno degli ultimi a fuggire dalla città. Temendo per la sua vita, gli fu impossibile portare con sé i suoi dipinti.
Ricorda di aver camminato per tre giorni attraverso i boschi per raggiungere la sicurezza.
"Ritornare a casa è una grande emozione"
Ora vive a Baku ed è un artista rinomato in Azerbaigian.
La notizia che Shusha sarebbe tornata sotto il controllo azero lo ha molto emozionato. La moglie, Rugza, faceva l'insegnante a Shusha. Per la prima volta in 30 anni potrà tornare nella sua città.
Quando la guerra è iniziata negli anni '90, ha lasciato il Nagorno-Karabakh ed è diventata una sfollata interna a Baku.
Spiega Rugza Bayramova:
"Naturalmente, è impossibile immaginare cosa significhi ricongiungersi alla propria patria dopo cosi tanti anni. Sì, torneremo di nuovo nella nostra Shusha. Non ci chiameremo più sfollati. Vivremo e lavoreremo di nuovo sulla nostra terra".
Paesi e città che cambieranno (di nuovo) storia
Karvachar (Kalnajar in lingua azera) è un altro dei paesi che cambieranno storia e nazionalità: dall'Armenia passeranno all'Azerbaigian. Ma ormai è un villaggio fantasma: quasi tutti gli edifici sono stati incendiati dagli stessi armeni, pur di non lasciarli intatti agli azeri.
L'inviata di Euronews nel Nagorno-Karabakh, Anelise Borges, racconta:
"Manca poco alla consegna del territorio dall'Armenia all'Azerbaigian, ma le forze azere hanno bloccato una delle strade principali che collegano la regione di Artsakh, il nome armeno del Nagorno-Karabakh, con l'Armenia, quindi la gente deve prendere strade alternative, molti stanno cercando di lasciare in fretta questa zona, altri stanno tornando indietro per recuperare gli ultimi degli oggetti che hanno lasciato nelle loro case che ora dovranno abbandonare".
Ritiro armeno posticipato
La scadenza per il ritiro armeno dai territori contesi era previsto proprio per il 15 novembre, ma l'Azerbaigian ha accettato un posticipo di dieci giorni, fino al 25 novembre.
I soldati russi controllano
Riprende Anelise Borges.
"Le truppe russe sono già in zona, alla fine arriveranno 2.000 soldati a pattugliare la regione, monitorando il cessate il fuoco. Un accordo di pace che - dopo sei settimane di combattimenti - è stato annunciato agli armeni nel cuore della notte, cinque giorni fa, attraverso un post su Facebook del premier armeno Nikol Pashinyan.
In molti si sono dati da fare diplomaticamente per questo piano di pace, ma ora ci si chiede che tipo di normalità porterà questa tregua e, ancora più importante, per quanto tempo durerà".
"Deciderà il Gruppo di Minsk"
Intanto il presidente armeno Armen Sarkissian non molla.
"C'è un documento sul cessate il fuoco, ma non è del Gruppo di Minsk. E' l'unica istituzione che ha il potere di decidere dello status dell'Artsakh.
Nessuno può cambiare questo fatto. Lo status non è stato ancora deciso, c'è solo un cessate il fuoco, quindi il processo deve essere urgentemente restituito al gruppo di Minsk", ha detto Sarkissian.
"Tutte le questioni devono essere discusse," ha aggiunto. "L'Azerbaigian deve essere fatto sedere al tavolo del Gruppo di Minsk", ha ribadito il presidente armeno.