Sfida finale in Moldova per la scelta del Presidente. Duello tra filo russi e pro-europei

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Di Debora Gandini
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Una sfida all’ultimo voto. Domenica di ballottaggio presidenziale in Moldova. Lotta tra filo russi e pro-europei. In corsa il Presidente uscente Igor Dodon, filo-russo e la leader del Partito Azione e Solidarietà, Maia Sandu

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Ultimo round. E ultimo giorno di campagna elettorale prima del voto di questa domenica in Moldova dove si tiene il ballottaggio per le presidenziali. Igor Dodon ha tenuto il suo comizio finale davanti a centinaia di sostenitori nella capitale Chisinau. Pronto alla sfida finale con Maia Sandu. Il Presidente uscente, apertamente filo-russo, che ha ottenuto solo due punti percentuali in meno, ha rilanciato attacchi a tutto campo contro la candidata filoeuropea del Partito Azione e Solidarietà.

La sfidante, che nel primo turno ha ottenuto una vittoria risicata con il 35%, ora si gioca tutto. I volontari del partito di Maia Sandu hanno distribuito volantini e cercato di convincere gli ultimi indecisi. Maia Sandu, che fin da subito ha denunciato irregolarità nel voto del primo novembre, ha sottolineato quelli che saranno i suoi prossimi passi, se dovesse essere eletta alla presidenza. Partendo dalla alla corruzione e alla riforma della giustizia. I suoi cavalli di battaglia da sempre.

"Vogliamo dimostrare che si può avere un governo decente, e un'amministrazione in grado di risolvere i problemi per ridare fiducia ai cittadini.”
Maia Sandu
Candidata alla Presidenza della Moldova

"Ci sono molte persone che vogliono andarsene. Vivono ancora qui ma vogliono andare via perché non vedono un futuro in Moldova. Ecco perché vogliamo cercare di dimostrare a queste persone che si può avere un governo decente, e un'amministrazione che potrà risolvere i problemi di base in modo da ridare fiducia ai cittadini.”

Entrambi i candidati alla presidenza promettono di voler trasformare la Moldova in un paese migliore e più ricco. Maia Sandu punta però su legami più stretti con l'Unione europea, senza tralasciare quelli storici con la Russia, mentre il presidente uscente Dodon mira a rafforzare l’intesa con Mosca, senza tuttavia perdere di vista l’amicizia con Bruxelles. Domenica spetterà ai cittadini decidere. Quello che è certo è che qualsiasi scelta avrà un impatto sul futuro del Paese e dell'intera regione.

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