L'Europa che dice "no" alle restrizioni anti-covid scende in piazza

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Diritti d'autore Sebastian Kahnert/dpa via AP
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L'Europa che dice "no" alle restrizioni anti-covid scende in piazza. Proteste a Lipsia, in Germania, e inquietudine socio-economica in Grecia. I confinamenti sono ancora sostenibili?

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Saranno anche complottisti, ma il malessere c'è. Per l'ennesimo fine settimana l'Europa è attraversata dalle proteste anti-confinamento. A Lipsia, in Germania, oltre 20 mila persone sono scese in piazza con un amalgama di rivendicazioni, dallo stop alle chiusure, causa pandemia, fino all'anti 5G. Animi inquieti che consegnano alla piazza la coincidenza degli opposti: estrema destra ed estrema sinistra.

Ma il malessere c'è, ed è reale, anche contro il governo federale della cancelliera Angela Merkel

E la Grecia, che era miracolsamente sfuggita alla prima ondata pandemica, ora è costretta alla chiusura drastica, con gravissime implicazioni sociali per un Paese ancora afflitto dala crisi di dieci anni fa.

"Le nuove misure governative hanno distrutto completamente il nostro lavoro, lamenta un taxista ad Atene, non ci sono clienti con una crisi economica enorme per i greci. Penso che molto presto, dal prossimo mese o al massimo dall'inizio del prossimo anno, vedremo la gente impoverita per la strada."

I greci sembrano ora rispettare le misure di confinamento imposte dal governo conservatore di Mitsotakis. Chi viola le restrizioni rischia un ammenda di trecento euro, ciononostante, la scorse notte ci sono stati scontri a Salonicco tra polizia e gruppi di recalcitranti al confinamento.

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