L'Unione Europea approva formalmente le sanzioni contro il leader della Bielorussia accusato di frode elettorale alle elezioni di agosto e di sanguinosa repressione contro manifestanti e oppositori irriducibili
L'Unione Europea approva formalmente le sanzioni contro il leader della Bielorussia Alexandr Lukashenko per frode elettorale alle elezioni presidenziali di agosto e per la successiva repressione contro manifestanti e oppositori stanchi di vederlo al potere.
Rafforzamento delle sanzioni
Il 12 ottobre i ministri degli esteri dell'Unione si erano accordati per una nuova bordata di sanzioni contro i responsabili della crisi politica bielorussa. L'UE ha aggiunto altri quindici nomi alla lista nera, tra cui il presidente del paese visto che il suo mandato non è riconosciuto dalle autorità europee.
La repressione violenta
Le sanzioni dipendono dalla repressione violenta e le intimidazione di manifestanti pacifici, membri dell'opposizione e giornalisti, afferma in un comunicato il Consiglio dell'Unione. Queste misure restrittive, che si applicano già a 59 persone, comprendono il divieto di viaggiare nel territorio comunitario e il congelamento dei beni che possono avere nell'Europa occidentale.
La scure di Josep Borrel
Il 24 settembre l'Alto rappresentante dell'UE per la politica estera, Josep Borrell, ha rilasciato una dichiarazione a nome dei Ventisette in cui sottolineava che la presunta "inaugurazione" di Lukashenko e il nuovo mandato dopo le elezioni "non avevano alcuna legittimità democratica".
Il Consiglio dell'UE aveva precedentemente condannato "fermamente" la violenza usata dalle autorità bielorusse contro manifestanti pacifici e aveva mostrato la sua disponibilità ad adottare misure più restrittive contro funzionari di alto rango, compreso lo stesso presidente.