Il presidente del Kosovo Hashim Thaçi si dimette: vuole difendersi dalle accuse di crimini di guerra

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Di Redazione italiana
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Il presidente del Kosovo Hashim Thaçi si dimette. "Lo faccio per tutelare l'integrità del mio Paese"

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Hashim Thaçi, il presidente del Kosovo si dimette per affrontare le accuse di crimini di guerra alla Corte internazionale.

"Al fine di proteggere l'integrità del Kosovo e con tutto il rispetto per la comunità internazionale, oggi mi dimetto dalla presidenza. Sono molto orgoglioso della responsabilità che mi è stata data. In queste nuove condizioni, esorto le forze politiche a stare attente e a non impantanarsi in una crisi istituzionale."

"L'accusa contro di me, e i miei compagni è un piccolo prezzo da pagare per la libertà del nostro Paese. Sono fortunato a essere vivo e a sopravvivere al nostro sogno. Sono orgoglioso di aver fatto parte dell'Uck, sono orgoglioso di aver combattuto insieme alla Nato contro il regime di Slobodan Milosevic
Hashim Thaçi

Nel corso della giornata di oggi sono state confermate le accuse contro il leader del Partito Democratico del Kosovo, Kadri Veseli.

Thaçi ed i suoi ex collaboratori dell'Uck sono accusati di crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi tra il 1999 e il 2000.

Undici persone accusate di 100 omicidi

Sono 11 gli accusati, ex comandanti dell'Uck, l'esercito di liberazione del Kosovo, che stando alle accuse avrebbero commesso 100 omicidi di serbi, albanesi, rom e rappresentanti di altre nazionalità.

Di fronte alla formalizzzaione delel accuse, la scorsa estate Thaci negandole dichiarava:

"Ho potuto compiere degli errori in tempi di pace, ma mai crimini di guerra", per lui l'indipendenza del Kosovo è stata una missione storica. Non ha lesinato parole di critica anche nei confronti dell'Unione europea: "La Serbia avanza nei negoziati per l’adesione in Europa, al Kosovo è negata anche la libertà di circolazione".

Thaçi aveva appreso la notizia quando era in viaggio verso Washington dove avrebbe dovuto incontrare il presidente serbo Aleksandar Vucic e quello americano Donald Trump per concludere una serie di accordi economici.

Il procuratore speciale della Corte dell'Aia, nel comunicato diffuso aveva dichiarato, "L’incriminazione è solo un’accusa. Essa è il risultato di una lunga indagine e riflette la determinazione con cui l’Spo (il procuratore speciale) può provare tutte le accuse oltre ogni ragionevole dubbio".

Il sostegno morale dell'Albania

In soccorso di Thaçi era sceso in campo il premier albanese Edi Rama che all'indomani della formalizzazione delle accuse si era recato a Pristina accusando la Corte dell'Aia di lasciare una «macchia vergognosa sulla storia della giustizia internazionale».

Tra le manifestazioni di solidarietà anche quelle dei diversi esponenti della politica kosovara, dall’ex premier Ramush Haradinaj a Veseli.

Non c'erano state reazioni particolari da Europa e Stati Uniti e tanto meno dall'Italia che nei bombardamenti Nato del 1999 fa una scelta di campo netta, aprendo le proprie basi per il decollo dei bombardieri Nato.

Tribunale speciale per indagare crimini di guerra nel Kosovo

Nel 2017 è stato istituito il tribunale speciale per giudicare i crimini commessi dai separatisti albanesi dell'esercito di Liberazione del Kosovo (Uck) durante il conflitto con le forze serbe del 1998-1999 e dopo il conflitto che si è concluso con i bombardamenti aerei della Nato contro la Serbia. 

Il 17 febbraio 2008 le strutture legate alla comunità albanese del Kosovo hanno proclamato unilateralmente l'indipendenza dalla Serbia. L'autoproclamata repubblica  non è riconosciuta da Serbia, Russia, Cina, Israele, Iran, Spagna, Grecia e molti altri Stati.

Sotto la pressione di Bruxelles, nel 2011 la Serbia ha avviato i negoziati, mediati dall'UE, per la normalizzazione delle relazioni con Pristina.

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