Pandemia, la rabbia dei ristoratori

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Di Giulia AvataneoStefania De Michele
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In tutta Italia gli operatori del settore preoccupati per il loro futuro

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Da Roma a Milano sino a Torino, si alza il grido di dolore di imprenditori, commercianti, ristoratori contro il nuovo blocco alle attività deciso dal governo. La Fipe (Federazione pubblici esercizi) ha manifestato in 17 città con l’hashtag #siamoaterra. La chiusura a partire dalle 18 dei ristoranti, lo stop a piscine e palestre, il coprifuoco in Lombardia, Campania, Lazio e Piemonte mette in ginocchio i piccoli imprenditori, costretti a congelare attività e dipendenti

Salvatore Romano: "I nostri 27 collaboratori, che dopo il primo lockdown erano arrivati a essere una dozzina o poco più, sono a casa, e al momento stiamo provando a tutelarli, ma le nostre energie sono agli scoccioli..."

Le misure di blocco devono andare di pari passo con i provvedimento a sostegno dei settori pi`danneggiati, dicono i titolari dei pubblici esercizi. Che denunciano: non è stato fatto niente per arrivare preparati alla seconda ondata Covid.

Nicolò Giacchero: "È la prima volta in vita mia che vado in piazza. Ci vado perché nonostante ci fosse una volontà condivisa di fare alcune cose e ci fosse la possibilità temporale per farle, ci fossero le risorse economiche per farlo, non è stato fatto niente di ciò che doveva essere fatto in sei mesi, sapendo che sarebbe arrivata una seconda ondata..."

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