Polonia: vietato l'aborto per malformazioni del feto

Polonia: vietato l'aborto per malformazioni del feto
Diritti d'autore Czarek Sokolowski/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Eloisa CovelliAnsa
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#Polonia: vietato l'#aborto per malformazioni del feto. La decisione della Corte costituzionale "viola i diritti umani" secondo la Commissaria Ue @Dunja_Mijatovic

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In Polonia è vietato abortire in caso di malformazioni del feto. La Corte costituzionale di Varsavia ha deciso oggi (22 ottobre) che l'aborto a causa di malattie e malformazioni del feto è incostituzionale. Sotto la guida del presidente Julia Przylebska, la Corte ha così risposto a un ricorso presentato da 119 deputati - per lo più del partito al governo Diritto e giustizia (Pis) - tre anni fa. In pratica da oggi è quasi impossibile abortire legalmente in Polonia.

Aborto consentito solo per stupro e pericolo di vita della donna

Nel 1993 era stato raggiunto un compromesso fra varie forze politiche che consentiva l'aborto per tre motivi: malformazione, stupro e rischio per la vita della donna. Nel 2019 , secondo i dati ufficiali, in Polonia si sono registrati 1110 aborti, 1074 dei quali causati proprio da malformazioni e patologie irreversibili del feto. In attesa del verdetto, davanti alla sede dell'Alta Corte, ci sono state delle manifestazioni di protesta promosse dai sostenitori dell'una e dell'altra parte.

"Violati i diritti umani"

Per la Commissaria dei diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatovic, si violano così i diritti umani. "La decisione di oggi porterà ad aborti clandestini o all'estero per chi potrà permetterselo e traversie peggiori per tutti gli altri" scrive su Twitter.

Tusk: giudici non autonomi

Sul tema è intervenuto anche Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo, di nazionalità polacca. "Decidere sul divieto di aborto, nel pieno dell'epidemia che si sta diffondendo, non è solo cinismo, è di più: si tratta di malvagità politica" scrive su Twitter. Tusk ha ricordato che la maggioranza della Corte è composta da giudici non autonomi perché indicati dal partito al governo Diritto e giustizia (Pis). La decisione odierna è stata presa con votum separatum di due giudici, Piotr Przczólkowski e Leon Kieres.

Le reazioni in Italia

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