Obama scende in campo per Biden e boccia i 4 anni della presidenza Trump

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Diritti d'autore Matt Slocum/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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Di Paolo Alberto ValentiANSA
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Per contrastare la possibile rimonta di Trump nei sondaggi anche l'ex presidente Obama scende in campo mentre i contendenti affilano le armi per il testa a testa finale nella campagna che schiuderà le porte della Casa Bianca

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A pochi giorni dall'Election Day, Barack Obama scende in campo di persona a favore di Joe Biden con un comizio in stile drive-in a Philadelphia (Pennsylvania), prima tappa di un tour negli Stati in cui prevalgono gli indecisi. Non si tratta solo di una spallata per favorire quello che era stato il suo ex vicepresidente. Sono molti gli osservatori che vedono in questa mossa politica il desiderio di salvare la propria eredità con una presidenza che molti vedono già come un "terzo mandato Obama".

Finora era rimasto dietro le quinte, anche per non trasformare la campagna in un pericoloso duello tra lui e Trump: era apparso con l'ex first lady in spot e raccolte fondi, aveva distribuito decine di endorsement nelle varie gare al Congresso e aveva pilotato la coesione attorno a Biden nella seconda fase delle primarie per evitare guerre fratricide con la sinistra radicale.

Adesso fuoco alle polveri

Obama si sente in diritto di bocciare totalmente i 4 anni (non certo idilliaci) della presidenza Trump.

"Donald Trump e' incapace di prendere seriamente l'incarico - ha tuonato l'ex presidente - la sua presidenza e' come un reality show. Ma non siamo davanti a un reality show, questa è la realtà. E tutti noi abbiamo dovuto convivere con le conseguenze di un personaggio incapace di prendere il lavoro sul serio. La nostra democrazia non funzionerà se le persone che dovrebbero essere i nostri leader mentono ogni giorno e si limitano a inventare le cose".

Una popolarità inossidabile

Forte di una popolarità ancora insuperabile nel partito, l'ex presidente parla da solo davanti ad una folla di persone in auto nel parcheggio del South Philly Sports Complex, nel rispetto delle misure contro la pandemia. Il candidato dem non è accanto a lui, si è rinchiuso nella sua casa di Wilmington per prepararsi al secondo ed ultimo duello tv di giovedì notte con Donald Trump. Michelle invece ha fatto un passo indietro dopo aver promosso la campagna sul voto per posta nella pandemia, che ora però i democratici stanno sostituendo con quella più ampia del voto di persona anticipato, non vulnerabile agli attacchi del presidente. Una campagna che finora ha visto votare una cifra record di quasi 40 milioni di persone, in maggioranza dem.

Convincere per vincere

La missione di Obama è quella di mobilitare il blocco di elettori che decretarono le sue vittorie, riportandoli alle urne: afroamericani, latinos, millennials. A Philadelphia nodale è la comunità black, dove si teme la defezione delle più giovani, nonostante l'ondata di proteste contro la brutalità della polizia e le ingiustizie razziali. Ecco perché bisognava corroborare l'appello al voto con un video messaggio su Twitter poco prima del rally: "Una delle cose che hanno ispirato di più quest'anno è che molti giovani si sono attivati, si sono organizzati, hanno marciato e lottato per il cambiamento. La vostra generazione può essere quella che crea una nuova normalità in America, più giusta, dove il sistema tratta tutti equamente e offre le opportunità a tutti... ma questo momento favorevole può continuare solo se vinciamo le elezioni. In tempi così polarizzati, il vostro voto non solo conta ma conta molto più di prima". "Conosco meglio di chiunque altro Joe Biden. Sono convinto che sarà un grande presidente. Lui è diverso, è dalla parte giusta sui problemi, svolgerà il suo lavoro, insieme a Kamala Harris", ha assicurato.

La cruciale Philadelphia

Un attacco sferrato proprio da Philadelphia, culla della costituzione americana. Non è un caso che Biden abbia iniziato a giocarsi il suo asso nella manica in Pennsylvania: è lo Stato dove è nato, forse il più importante tra i 'battleground State', sicuramente il più critico fra i tre della Rust Belt (gli altri due sono Michigan e Wisconsin) che nel 2016 tradirono Hillary Clinton dopo le due vittorie consecutive di Obama: qui infatti il suo vantaggio è più basso e si sta assottigliando, +3,7% secondo la media dei sondaggi.

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