L'Opac rileva la presenza della sostanza: "Un precedente grave che non può restare senza conseguenze".
La conferma è arrivata: l'oppositore russo Alexei Navalny è stato avvelenato con un agente nervino di tipo Novitchok, che Mosca aveva immediatamente contestato.
Dopo le analisi dei laboratori specializzati tedeschi, francesi e svedesi, anche l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) ha dunque confermato la presenza della sostanza, sviluppata da specialisti sovietici per uso militare e vietata dall'organizzazione nel 2019, nei campioni di sangue e urine di Navalny.
La Germania aveva formalmente richiesto "assistenza tecnica" all'Opac: un'opzione possibile per gli Stati aderenti alla Convenzione delle Nazioni Unite sulle armi chimiche.
Novitchok è un gruppo particolarmente pericoloso di sostanze (agenti nervini) già riscontrate nel 2018 nel caso dell'avvelenamento dell'ex spia Sergei Skripal e si sua figlia Yulia a Salisbury, in Inghilterra.
Mosca aveva negato ogni responsabilità e la vicenda era stata al centro di una crisi diplomatica. Attraverso il portavoce della cancelliera Angela Merkel, Steffen Seibert, la Germania rinnova ora la richiesta alla Russia di chiarire l’accaduto. "Ogni uso di armi chimiche - si legge nella nota dell'Opac - è un precedente grave che non può restare senza conseguenze".
Navalny ha lasciato l'ospedale il 23 settembre scorso.