Brexit, la UE "fa causa" al Regno Unito, ma cosa rischia davvero Londra?

L'ingresso della Corte di Giustizia dell'Unione Europea in Lussemburgo
L'ingresso della Corte di Giustizia dell'Unione Europea in Lussemburgo Diritti d'autore Geert Vanden Wijngaert/Copyright 2018 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Alice Tidey
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Una corte potrebbe infliggere una multa, ma il problema è che se il Regno Unito fosse intenzionato a comportarsi da Stato canaglia, la UE potrebbe fare ben poco. C'è però chi sostiene che si tratti solo di un bluff per ottenere una posizione di vantaggio nelle trattative.

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Giovedì la Commissione europea ha avviato un procedimento legale contro il Regno Unito. Londra infatti sta approvando un disegno di legge parecchio controverso sulla Brexit, a meno di 100 giorni dalla fine di un periodo di transizione, che rimetterebbe in discussione uno dei punti chiave dell'accordo negoziato con Bruxelles. 

Secondo l'opinione di un esperto, contattato da Euronews, è difficile che questa "procedura d'infrazione" lanciata dalla UE sortisca davvero qualche effetto. Anche in caso di condanna da parte di un tribunale europeo, il Regno Unito potrebbe passarla liscia anche se decidesse di giocare sporco.

Il Regno Unito è ufficialmente uscito dall'Unione europea il 31 gennaio ed è entrato in un periodo di transizione durante il quale continua ad essere vincolato dal diritto comunitario. Questo periodo di transizione termina il 31 dicembre prossimo.

Cos'è una procedura d'infrazione?

La Commissione europea può avviare un'azione legale contro qualsiasi Stato membro se ritiene che questo non stia applicando correttamente il diritto comunitario. Si chiama tecnicamente: "procedura d'infrazione". 

Si sviluppa in fasi diverse. Dapprima, la Commissione invia una lettera di costituzione in mora allo Stato membro interessato, fissando un termine per la risposta. É proprio quello che ha fatto Ursula von der Leyen.

Se Bruxelles ritenesse l'eventuale risposta insoddisfacente, e il paese dovesse continuare a non adempire effettivamente agli obblighi previsti dal diritto comunitario, la Commissione può inviare un parere motivato - una richiesta formale di conformarsi alla legge comunitaria -, fissando ancora una volta un termine per la risposta. Se lo Stato membro dovesse fare ancora orecchie da mercante, l'organo esecutivo della UE può decidere di adire la Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE).

La maggior parte dei casi viene risolta prima di essere deferita alla Corte.

Se la CGUE dovesse pronunciarsi contro lo Stato membro, quest'ultimo dovrà prendere tutte le misure necessarie per conformarsi alla sentenza. In caso contrario, la Commissione può chiedere al tribunale di infliggere una sanzione pecuniaria.

Un numero crescente di procedure d'infrazione

Al 1° dicembre 2019, erano in corso 800 procedure d'infrazione contro le 692 dell'anno precedente. Il numero medio di procedure d'infrazione per Stato membro è di 29.

Spagna, Italia e Regno Unito sono stati i paesi che finora hanno attirato più di tutti l'ira di Bruxelles con 97 e 92 procedure di infrazione pendenti a loro carico, stima un monitoraggio europeo, InfringEye. 

Stando alle statistiche della Commissione, la durata media di un procedimento di infrazione è di 34,8 mesi.

Cosa dicono la UE e il Regno Unito?

Secondo Bruxelles, il disegno di legge britannico approvato martedì dalla Camera dei Comuni viola l'articolo 5 dell'accordo di recesso, ratificato all'inizio di quest'anno. L'articolo invita entrambe le parti ad "adottare tutte le misure appropriate per garantire l'adempimento degli obblighi" indicati nel documento.

La UE aveva ripetutamente invitato il Regno Unito a rimuovere le disposizioni più controverse dal disegno di legge. Secondo il trattato di divorzio, l'Irlanda del Nord deve rimanere nell'unione doganale europea fino a quando non si sarà trovato un altro accordo per evitare una frontiera fisica sull'isola d'Irlanda. Molti temono che il ripristino della frontiera potrebbe riaccendere tensioni e violenze. Ma Johnson si dice ora contrario a questa misura perché, secondo lui, creerebbe un confine di fatto tra l'Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito nel Mare d'Irlanda.

La Gran Bretagna sostiene che il disegno di legge è necessario per "creare una rete di sicurezza legale per proteggere l'integrità del mercato interno del Regno Unito" e che il Protocollo dell'Irlanda del Nord nella sua forma attuale porterebbe a un confine di fatto tra la provincia e il resto della Gran Bretagna.

Il Regno Unito ha ora un mese di tempo per rispondere alla lettera di messa in mora della Commissione.

A quanto può ammontare la multa?

Secondo Michael Dougan, professore di diritto europeo all'Università di Liverpool, "l'accordo di ritiro prevede che la CGUE continuerà ad esercitare la giurisdizione sui casi esistenti fino al loro completamento, in conformità con il diritto dell'Unione".

"Il problema", continua il docente, "è che se il Regno Unito fosse intenzionato a comportarsi da Stato canaglia, ignorando non solo l'accordo di recesso, ma anche qualsiasi decisione della CGUE, la UE non potrebbe farci quasi nulla".

"Potrebbe ricorrere principalmente a vie politiche e diplomatiche, come ad esempio fermare ogni ulteriore negoziato o cooperazione. Ma, naturalmente, la reputazione del Regno Unito nello scenario internazionale sprofonderebbe ancor più nel fango".

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I negoziati tra la UE e il Regno Unito sono rimasti bloccati per mesi. Entrambe le parti convengono che un accordo debba essere trovato entro metà ottobre, di modo che i rispettivi parlamenti abbiano abbastanza tempo per approvarlo prima della sua entrata in vigore, il 1° gennaio 2021.

Se tutto dovesse andare a monte, si tornerebbe ad applicare le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio, con una reintroduzione delle tariffe sui beni e sui servizi e, di conseguenza, lunghi ritardi alle frontiere. Anche gli Stati Uniti hanno messo in guardia il Regno Unito dal procedere con il disegno di legge sul mercato interno. 

Ma alcuni suggeriscono che si tratti solamente di uno stratagemma negoziale del Regno Unito per "chiamare il bluff" della UE. 

Johannes Ungererer, docente di diritto tedesco e di diritto comunitario all'Università di Oxford, ha detto a Euronews che per la UE il miglior risultato sarebbe ottenere una modifica o un ritiro di questo disegno di legge britannico.

"Si tratta principalmente di una questione politica per il Regno Unito, che potrebbe considerare la modifica o l'abbandono del disegno di legge come un aspetto dei negoziati in corso sulle future relazioni. In tal senso, è importante tenere a mente lo scenario temporale: è necessario un accordo sulle future relazioni entro alla fine di ottobre; ed è improbabile che il disegno di legge sul mercato interno venga approvato in anticipo". 

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"Pertanto, per il Regno Unito, il miglior risultato adesso potrebbe essere quello di influenzare le trattative a suo vantaggio, e questo potrebbe rendere perfino obsoleta l'approvazione della stessa legge che ora è oggetto del contendere".

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