Covid-19: esiste davvero un "modello Italia?" Sileri: "La seconda ondata non ci troverà impreparati"

L'infermiera Cristina Settembrese all'ospedale San Paolo di Milano, il 10 aprile 2020.
L'infermiera Cristina Settembrese all'ospedale San Paolo di Milano, il 10 aprile 2020. Diritti d'autore Luca Bruno/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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Di Giorgia Orlandi
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il modello italia contro il Covid-19 è stato elogiato a livello internazionale: grazie al tempismo nelle scelte del governo e all'accettazione dei cittadini delle misure anti-contagio.

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Uno dei paesi più colpiti all'inizio dell'anno dalla pandemia, l'Italia, si sta guadagnando gli elogi per aver mantenuto viva la propria economia per quattro mesi, dopo la quarantena, senza causare un forte aumento di casi e di decessi.

Gli esperti hanno attribuito il suo successo all'alto livello di utilizzo delle mascherine, ai rapidi test negli aeroporti, al rispetto delle distanze sociali e ad un allentamento graduale del rigido confinamento nazionale.

Gli ospedali si preparano

Per la prima volta dalla fine del picco di Coronavirus, gli ospedali Covid in Italia hanno riaperto, nell'eventualità di una seconda ondata di infezioni, cosa che, per ora, l'Italia sembra aver evitato.

Da Nord a Sud le strutture sanitarie hanno reintrodotto piani di contiguità, anche se stavolta lo scenario è ben diverso rispetto a febbraio e marzo.

La Lombardia, con oltre 9.000 casi attivi, rimane la regione più colpita d'Italia, ma al Sud si registra una nuova impennata del numero dei positivi.

In Campania, dove l'aumento giornaliero è il più alto d'Italia, i cittadini debbono ora indossare sempre le mascherine, anche all'aperto.

Il "modello Italia"

Il "modello Italia" viene citato a livello internazionale come quello che ha gestito meglio la crisi sanitaria, almeno in Europa.

Ma per quali ragioni?

Prima di tutto, il tempismo.
L'Italia è stata tra i primi paesi occidentali ad affrontare la pandemia, dando alle autorità un vantaggio sugli altri paesi per pianificare le misure post-lockdown.

Anche l'elevata accettazione da parte dell'opinione pubblica delle misure anti-Covid ha giocato un ruolo importante.
Circa l'80% degli italiani intervistati in un recente studio dell'Imperial College di Londra è convinti che le mascherine siano giustamente obbligatorie.

"Siamo stati molto coinvolti emotivamente"

Intervistata da Giorgia Orlandi, per Euronews, Gloria Taliani, docente di Malattie Infettive all'Università La Sapienza di Roma, spiega:

Euronews
La professoressa Taliani durante l'intervista "a distanza".Euronews

"L'Italia è stato il primo paese ad affrontare l'epidemia in Europa e tutti i cittadini hanno vissuto in prima persona la diffusione del virus e la sua crescita, compreso l'aumento del numero delle vittime. Tutti ricordano quelle immagini delle bare portate via dai camion militari e, di conseguenza, tutti noi siamo stati molto coinvolti emotivamente e il ricordo di quello che è successo ci ha consentito di conservare una certa disciplina nei comportamenti necessari a proteggerci".

"Non saremo impreparati di fronte alla seconda ondata"

Oltre al comportamente individuale, il sistema di test e di tracciamento messo in atto dall'Italia è stato considerato un successo.

Ma secondo il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, la possibilità che l'Italia debba affrontare una seconda ondata di casi di Covid-19 nelle prossime settimane è comunque alta.

Sileri, tuttavia, sostiene che questo non coglierà il paese alla sprovvista e ritiene che la capacità dei cittadini di convivere con il virus, mostrata negli ultimi mesi, si rivelerà ancora decisiva.

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