L'emigrazione russa e il suo impatto culturale, a 100 anni di distanza

L'emigrazione russa e il suo impatto culturale, a 100 anni di distanza
Diritti d'autore euronews
Di Naomi Lloyd
Condividi questo articolo
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

In Cult questa settimana, vi mostriamo l'eredità lasciata da scrittori, artisti e intellettuali russi, emigrati in tutto il mondo

PUBBLICITÀ

Con le sue cupole dorate che abbracciano lo skyline, la Cattedrale della Santa Trinità non sarebbe fuori luogo a Mosca o a San Pietroburgo. Tuttavia, se si dà un'occhiata a quello che c'è accanto si capisce subito che siamo a Parigi. La cattedrale ortodossa ha aperto le sue porte qualche anno fa, nel 2016, ma i legami culturali tra Russia e Francia risalgono a più di un secolo fa.

Ivan Bunin, l'erede letterario di Tolstoj e Chekov

All'indomani della rivoluzione russa, oltre un milione di russi emigrò. Avrebbero lasciato il segno nelle arti, nella scienza e nella vita pubblica dei Paesi in cui erano arrivati. Circa 50.000 russi si stabilirono in Francia.

Fece parte di questa prima ondata di immigrazione il romanziere e poeta Ivan Bunin, considerato come l'erede letterario di Tolstoj e Chekov. Arrivò in Francia nel 1920 e visse tra Parigi e Grasse, in Provenza. Fu il primo russo a vincere il premio Nobel per la letteratura, nel 1933.

Bar come La Coupole a Parigi erano il cuore della vita intellettuale e artistica degli anni Venti e Trenta. Ed è qui che Ivan Bunin sarebbe venuto a scrivere e a incontrare altri emigrati russi.

Anna Lushenkova Foscolo, professoressa associata di letteratura russa e autrice del libro "Les Artistes-lecteurs chez Marcel Proust et Ivan Bounine" ci spiega l'impatto del premio Nobel sulla vita personale di Bunin. "In uno dei suoi romanzi dal titolo 'A Parigi', Bunin cita questo bar, La Coupole ed è qui che una coppia di suoi eroi passa una serata romantica" spiega Lushenkova Foscolo. "Sappiamo che gli scrittori russi che l'hanno preceduto, come Tolstoj e Dostoevskij erano molto popolari in Francia e all'estero. E questo premio è stato una sorta di rinascita per la letteratura russa e per il suo riconoscimento all'estero".

Bunin ha vissuto più di 30 anni in Francia. Per Lushenkova Foscolo il tempo in esilio si vede nei suoi scritti: "Penso che la scrittura di Ivan Bunin sia cambiata molto durante gli anni passati in Francia. Ci sono più nostalgia e più temi russi nelle sue opere".

I Balletti Russi di Djagilev

Un'altra figura di spicco tra gli esiliati russi è Serge Djagilev, che ha fondato i leggendari Balletti Russi, la compagnia di danza classica che ha conquistato Parigi e il resto del mondo. La sorprendente tecnica dei suoi danzatori e le sue collaborazioni innovative con artisti come Picasso, Coco Chanel e Stravinsky hanno un'influenza ancora oggi.

"Ciò che colpisce di Serge Djagilev è che è arrivato con questa compagnia di danza incredibilmente famosa e ha creato spettacoli totalmente nuovi e senza precedenti, che portano il pubblico a vedere il mondo in un modo diverso", spiega ai nostri microfoni Didier Deschamps, coreografo e direttore del Teatro Nazionale di Danza Chaillot.

L'impatto dei Balletti Russi sui ballerini e sui coreografi si può vedere ancora oggi. "I Balletti Russi hanno creato un nuovo stile coreografico, che ha cambiato completamente le dinamiche, il posizionamento dei danzatori, la forza di ogni gesto. Tutto era completamente nuovo. Ed è un qualcosa di grande interesse anche per i coreografi di oggi", ci dice Deschamps.

Il teatro Chaillot sta preparando una produzione di Nijinska, "Voilà la Femme", che rende omaggio alla ballerina e coreografa dei Balletti Russi e che andrà in scena a marzo 2021.

Un'eredità piena d'orgoglio

Yuri Bashmet è direttore d'orchestra e violinista e si esibisce in concerti in tutto il mondo. Per lui, musicisti e compositori russi hanno avuto un'inflienza significativa sulla scena internazionale. "Ciò che la Russia dà all'Occidente è un'incredibile energia giovane, dopo tutto siamo giovani come nazione", dichiara Bashmet. "Noi russi offriamo la nostra anima e incoraggiamo il resto del mondo a fare lo stesso".

Yevgeny Primakov è direttore di Rossotrudnichestvo, un'agenzia governativa, che sta creando i "Centri russi" per promuovere la cultura, l'arte e la scienza russa a livello internazionale. "È bello quando la gente conosce la cultura russa attraverso esempi moderni e dinamici, non solo attraverso i classici", dichiara a Euronews. "È meraviglioso. La cultura è sempre un dialogo, uno scambio di idee e di valori. L'obiettivo della nostra agenzia è di essere un'istituzione per la comunicazione e la facilitazione".

Da 100 anni gli artisti russi continuano a donare la ricca cultura della loro patria a un pubblico internazionale.

Condividi questo articolo