Nell'ottavo "tavolo di trattativa" tra Michel Barnier e David Frost, i capi negoziatori della Brexit, si inserisce l'ultimatum a Boris Johnson: "O entro fine settembre abbandona il progetto del disegno di legge, oppure scattano le sanzioni dell'UE".
I capi negoziatori ci credono ancora. Almeno loro.
Boris Johnson "avvertito"
Michel Barnier va in missione a Londra per conto dell'Europa, per incontrare David Frost e discutere dell'ultimo "colpo di testa" di Boris Johnson.
Il premier del Regno Unito è stato avvertito: o abbandona il disegno di legge che contrasta con il trattato della Brexit o ci saranno sanzioni.
Ultimatum a fine settembre
A Johnson è stato dato tempo fino alla fine di settembre per "lasciar perdere" il contestato disegno di legge, denominato "Internal Market Bill".
In un comunicato, l'UE dichiara: "L'accordo di ritiro contiene una serie di meccanismi e rimedi legali per affrontare le violazioni degli obblighi legali contenuti nel testo, che l'Unione Europea non esiterà ad utilizzare".
L'UE ha anche aggiunto che la fiducia tra le due parti è "seriamente danneggiata".
Secondo gli esperti, rinnegare un impegno internazionale giuridicamente vincolante distruggerà la reputazione del Regno Unito.
Johnson tira dritto. E manca poco al 15 ottobre...
Ma in attesa della discussione a Westminster, Boris Johnson tira dritto per la sua strada.
Mercoledi ha dichiarato che la la nuova legge è necessaria per proteggere da "interpretazioni estreme o irrazionali del protocollo irlandese che potrebbero portare a un confine lungo il Mare d'Irlanda".
A sole cinque settimane dalla scadenza del 15 ottobre, ultimatum posto da Boris Johnson per una Brexit commerciale altrimenti "No Deal", l'ottavo round dei negoziati tra Michel Barnier e David Frost, i due capi negoziatori, è sembrato in tono minore.
Quasi rassegnato.
Ma il prossimo passo, forse quello decisivo, spetta a Johnson.