Tensioni al giorno numero 100 della protesta contro la morte di George Floyd. Molotov e lacrimogeni alla manifestazione dei Black Lives Matter. Non lontano il raduno dei patriottici nazionalisti. Armati fino ai denti, anche loro chiedono giustizia per l'uccisione di un loro esponente
Manifestanti contro polizia. Polizia contro manifestanti. Al suo giorno numero 100, il muro contro muro di Portland si esaspera e crea un terreno sempre più fertile anche alla mobilitazione nazionalista di estrema destra.
In piazza dalla morte per soffocamento di George Floyd durante un arresto, per invocare stop a discriminazioni e violenze degli agenti, i manifestanti esordiscono però questa volta con il lancio di bottiglie motolov. Da "manifestazione non autorizzata", l'assembramento passa agli occhi della polizia a vera sommossa.
Ne seguono arresti, momenti di tensione e lancio di lacrimogeni, che alimentano la retorica nazionalista e fanno parlare di "guerra civile" un'estrema destra sempre più sul piede di guerra. Emblema dell'America e della città spaccata, l'assembramento organizzato dall'altra parte del fiume Oregon. Canti, vessilli patriottici e tante armi pesanti, per ricordare Aaron Danielson, il militante misteriosamente ucciso lo scorso sabato proprio qui a Portland, a margine di una manifestazione dei Black Lives Matter. Un esponente a loro vicino aveva in un'intervista lasciato intendere di esserne il responsabile, ma è poi stato abbattuto dalla polizia.