UE preoccupata per la possibile chiusura delle frontiere (l'Ungheria ha già cominciato)

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Di Cristiano TassinariRedazioni internazionali di Euronews
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Caos senza precedenti per chi viaggia da Lisbona e dintorni verso il Regno Unito, mentre la Commissione UE si dice preoccupata per l'esempio dell'Ungheria

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Chiudsura dei confini, ancora una volta: questa settimana l'Ungheria ha iniziato a respingere i cittadini stranieri, compresi i residenti nell'Unione europea.

Mentre i casi di coronavirus continuano ad aumentare nella maggior parte dell'Europa, ora la Commissione europea teme che altri seguiranno l'esempio.

"Ci troviamo tutti in una situazione per cui siamo in una zona rossa, o arancione, o verde - dice Ylva Johansson, Commissaria per gli affari interni della Commissione europea - la mia zona cambia improvvisamente in un altro colore e ci ritroviamo in una nuova situazione".

La Commissione propone criteri comuni per qualsiasi nuova restrizione basata sulla percentuale di positivi e numero di test effettuati: in pratica, un codice-colore comune in tutta l'Unione ed un approccio coordinato a chi arriva da un'area ad alto rischio.

"Riteniamo che a nessun cittadino europeo dovrebbe essere negato l'ingresso in un altro Paese dell'Unione", dice Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea - consigliamo invece ai Governi di fare test o mettere in quarantena: i test dovrebbero essere l'opzione preferita per facilitare la mobilità delle persone, e anche qui le regole per le zone di vari colori dovrebbero essere inequivocabili".

Prova della verità per le scuole (22 già chiuse in Francia)

É il momento della riapertura delle scuole un po' in tutta Europa: dopo mesi di chiusura, sarà una vera e propria prova della verità per le strutture scolastiche europee, alle prese con il Covid-19.

É il caso di Francia, Belgio e Regno Unito**,** in attesa, il 14 settembre, della riapertura anche in Italia.
In Francia, però, 22 scuole - su un totale di 60.000 - e 120 classi sono già state chiuse a scopo precauzionale.
Va segnalato, tuttavia, che delle 22 scuole, solo 12 si trovano nella Ffancia "europea", mentre le altre 10 sono nel dipartimento d'oltremare de La Réunion, dove è in corso una forte ondata di contagi.

Il Ministro britannico dell'Istruzione, Gavin Williamson, risponde intanto ai dubbi delle famiglie, invitandole a mandare i bambini a scuola: per chi non se la sentisse, sono comunque previste ore di didattica on-line.

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Preparativi all'esterno di una scuola nel Regno Unito.Screenshot

Traffico metropolitano in lento aumento a Londra

Leggera ripresa del traffico quotidiano sui mezzi pubblici di Londra, come alla stazione della metropolitana di King's Cross St.Pancras, una delle solitamente più congestionate della capitale inglese.

+17,2% rispetto al giovedi della settimana scorsa: segno che i londinesi stanno lentamente tornando al lavoro in ufficio e non più da casa, come auspicato dallo stesso premier Boris Johnson.

Ma anche questo modesto aumento fa comunque scendere il traffico in metropolitana del 70,4% rispetto allo stesso giorno di inizio settembre del 2019.

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Ancora poco traffico alla stazione della metropolitana King's Cross St.Pancras di Londra.Screenshot

Caos tra Portogallo e Regno Unito

Il Portogallo contesta la decisione di giovedì di Galles e Scozia di rimettere una quarantena obbligatoria di 14 giorni sui viaggiatori provenienti dal Portogallo.
Obbligo di quarantena in Galles dalle 4 del mattino di questo venerdi e dalle 4 del mattino di sabato in Scozia.
In Inghilterra, invece, l'obbligo di isolamento non esiste più da un paio di settimane, per chi arriva da Lisbona e dintorni. E nemmeno in Irlanda del Nord.

E questa è davvero una situazione paradossale, che potrebbe compromettere i rapporti diplomatici tra Regno Unito e Portogallo, già ai ferri corti nei mesi scorsi sempre a causa delle modalità post-Covid di trasferimento e viaggio.

Romania, alloggi a rotazione

in Romania, iI campus delle facoltà di medicina veterinaria e scienze agrarie di Iaşi ha adottato un originale metodo di alloggio, unico nel suo genere: i 5.000 studenti presenti saranno divisi a metà e alloggiati a rotazione per 7 settimane.

I responsabili del campus stanno anche analizzando vari scenari in caso di un'epidemia di Covid-19. Tutti gli studenti che chiedono una sistemazione all'interno del campus dovranno firmare una autocertificazione, dichiarando di non essere infettati dal virus.

Bisognerà, inoltre, indicare una seconda possibilità di alloggio, al di fuori del campus: per molti degli studenti il riferimento sarà comunque la casa di famiglia.

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L'ingresso del campus universitario di Iaşi.Screenshot

Test ai migranti sull'isola di Lesbo

In Grecia, l'Organizzazione nazionale per la Salute Pubblica ha iniziato giovedì ad effettuare test di massa nel più grande campo profughi del paese, sull'isola di Lesbo, dopo che un migrante somalo è risultato positivo al Coronavirus ed è attualmente ricoverato in isolamento in un ospedale dell'isola.

Nel frattempo, il governo greco ha dichiarato di aver lanciato una gara d'appalto per la costruzione di nuove strutture di "accoglienza" per gli immigrati, a Lesbo e nella vicina isola di Chios.

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Il governo sostiene che i cosiddetti "siti chiusi" sono necessari per controllare meglio l'immigrazione clandestina dalla Turchia e limitare i rischi causati dalla pandemia.

Le autorità hanno messo in atto restrizioni alla circolazione nel campo di Moria, dove vivono quasi 13.000 persone, la maggior parte delle quali in tende al di fuori della struttura.

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Test sui migranti all'isola di Lesbo.Screenshot
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