Mike Pompeo in missione in Medio Oriente: la pace per far rieleggere Trump

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Di Paolo Alberto Valenti
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Prima tappa Tel Aviv anche per rassicurare Israele sulla possibile vendita di F35 agli Emirati Arabi. Nel mirino sempre l'Iran e le sue presunte minacce

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Il Segretario di stato statunitense Mike Pompeo è atterrato a Tel Aviv come prima tappa di un viaggio in Medio Oriente successivo all'annuncio da parte del presidente Donald Trump di una ambiziosa pace arabo-israeliana che si spera possa aiutare la sua rielezione in novembre. Israele e gli Emirati Arabi Uniti hanno stretto un accordo per normalizzare le relazioni, con Israele che rinuncia all'annessione della Cisgiordania occupata. Pompeo è giunto in prima battuta in Israele anche per  rassicurare  sulla vendita di cacciabombardieri F35 agli Emirati Arabi Uniti.

Gli applausi di Netanyahu per la politica anti-iraniana di Trump

"Ci sono due grandi cose successe dal nostro ultimo incontro - ha esordito il premier israeliano  Benjamin Netanyahu in conferenza stampa congiunta -  Il primo è che avete resistito all'aggressione iraniana attivando le sanzioni. Vorrei lodarvi per queste scelte. Credo che tutti dovrebbero rendersi conto che l'accordo con l'Iran è fallito, proprio come avevamo previsto".

Resta sempre l'Iran il  vero nemico di Israele, il Mossad lo definisce l’avversario più pericoloso. Non è un caso che l'Iran moltiplichi strategie sempre più fantasiose per attestarsi attorno ai confini di Israele mentre sostiene fattivamente Hamas e gli Hezbollah.

Gli amici Emirati Arabi Uniti

Oltre a chiarire l'avversione a Teheran Mike Pompeo ha spiegato il senso del rapporto di sicurezza ultraventennale con gli Emirati Arabi Uniti..."ai quali abbiamo fornito assistenza tecnica e assistenza militare - ha detto -  e continueremo ora a rivedere quel processo per continuare ad assicurarci di fornire loro le attrezzature di cui hanno bisogno per proteggere e difendere il loro popolo dalle stesse minacce che giungono dalla Repubblica islamica dell'Iran."

Gli F35 agli Emirati Arabi Uniti

Un tema resta particolarmente delicato per Tel Aviv: la possibile vendita di cacciabombardieri F-35 da parte degli Stati Uniti agli Emirati che già possiedono una sessantina di Mirage 2000. Secondo indiscrezioni l'amministrazione Donald Trump ha "intensificato" la sua offensiva per vendere F-35 di nuova generazione agli Emirati.

Nessuna tregua per Gaza

Questo mentre Israele martella con i bombardamenti Gaza e si dichiara pronta a lanciare un’offensiva militare molto distruttiva in un'area già fatiscente. Nei giorni scorsi il ministero della difesa israeliana ha inviato rinforzi di uomini e mezzi ai reparti dell’esercito con la stella di David schierati nel sud del paese.  Dal canto suo il movimento islamico Hamas, che di fatto controlla Gaza, si è detto pronto alla guerra.

Intanto la situazione umanitaria nella striscia di Gaza resta inimmaginabile con l'endemica carenza di tutto anche dell'elettricità. Di giorno l’erogazione della corrente elettrica si riduce a poche ore visto che il combustibile dell’unica centrale sul territorio si è esaurito dopo la decisione delle autorità israeliane di bloccare l’ingresso a Gaza delle forniture di gasolio.

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