La "Superluce" del sincrotrone di Grenoble serve a sconfiggere il Coronavirus

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Dopo un finanziamento internazionale da 150 milioni di euro il sincrotrone di Grenoble è diventato lo strumento di ricerca più efficace nel regno dell'infinitamente piccolo. Ci servirà a smascherare il Coronavirus?

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Fra i sincrotroni più potenti al mondo quello che opera nella città francese di Grenoble tocca un primato assoluto grazie a un italiano. Il sincrotrone è un acceleratore di particelle circolare e ciclico, in cui il campo magnetico, che curva la traiettoria delle particelle, e il campo elettrico variabile, che accelera le particelle, sono sincronizzati con il fascio delle particelle stesse. La struttura di Grenoble potrebbe aiutare la comunità scientifica a comprendere meglio la complessità della materia vivente. Una manna in questi tempi di pandemia.

L'enorme struttura del sincrotrone di Grenoble è un anello con una circonferenza lunga quasi un chilometro. Al suo interno nuove attrezzature potrebbero aiutarci a trovare un vaccino contro il covid 19. La nuova era si apre grazie alla «superluce» che è 100 volte più potente della sorgente attuale. Le ricerche in questione mediante tecniche estremamente sofisticate permettono di accelerare lo studio delle macromolecole biologiche che compongono la particella virale SARS-CoV-2 responsabile di COVID-19. **Il progettista della macchina è il fisico Pantaleo Raimondi. **

I raggi più potenti della luce

Nel tubo circolare interno gli elettroni vengono accelerati per produrre raggi X 10.000 miliardi di volte più potenti delle apparecchiature sanitarie. "È come se avessimo avuto una torcia prima con la quale  abbiamo solo fatto luce. Ora siamo stati in grado di confinare questa luce in un fascio molto stretto. Quindi siamo passati da una torcia a un puntatore laser. È quindi ovvio che abbiamo molta più potenza in questo strumento". Spiega Raimondi, Direttore della Divisione Acceleratori e Fonti, ESRF - The European Synchrotron.

Uno strumento duttile

L'acceleratore di particelle può aiutare in tanti campi, a misurare il nano inquinamento del suolo o rivelare misteri paleontologici ma anche a capire la struttura del virus. Con questi strumenti, gli scienziati stanno fabbricando piani tridimensionali delle proteine ​​che il Covid-19 utilizza per moltiplicarsi e attaccarsi alle cellule. "Una volta che ne conosciamo la forma e la composizione, possiamo progettare vaccini o farmaci per interferire e fermare questa interazione, ed è così che possiamo eliminare il virus": spiega la ricercatrice Eaazhisai Kandiahk di ESRF - The European Synchrotron.

Gli scopi pratici

Un altro progetto è studiare i polmoni infetti. Questa macchina consente agli scienziati di curare l'organo e le sue cellule. "Il secondo passo è quindi vedere che tipo di meccanismo di riparazione è possibile applicare, in particolare da malattie già note, che hanno un effetto simile": aggiunge Harald Reichert, Direttore della ricerca, ESRF - The European Synchrotron.

La nuova attrezzatura della "Superluce"  a Grenoble è stata finanziata da 22 paesi con un investimento di 150 milioni di euro.

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