Bielorussia senza sorpresa, vince Lukashenko (stando agli exit poll). Alta tensione nel Paese

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Lukashenko Diritti d'autore Sergei Grits/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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I primi exit poll danno una vittoria schiacciante a Lukashenko. Nel Paese è alta tensione. Scontri tra manifestanti e polizia a Minsk e Brest

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Alta la tensione in Bielorussia per un risultato quasi scontato, Alexandr Lukashenko, che governa il Paese, confine fisico e politico tra l'Occidente dei Paesi Nato e la Russia, ormai da 26 anni, avrebbe ottenuto il suo sesto mandato.

Gli exit poll diffusi alla chiusura dei seggi, le 20 locali, gli hanno assegnato una larga vittoria con circa l'80% dele preferenze.

I candidati ammessi a sfidarlo erano quattro, ma solo Svetlana Tikhanovskaya si pensava potesse scalzare dal trono il padre padrone di quella che è chiamata anche l'ultima dittatura d'Europa. Casalinga, 37 anni, senza alcuna esperienza politica, si è candidata dopo che il marito, il popolare blogger Sergei Tikhanovsky, è stato incarcerato ed escluso dalla corsa alla presidenza. Stando agli exit poll si sarebbe fermata poco sotto il 7%.

Terza la ex deputata Anna Kanopatskaya con il 2,3 %, seguita da Andrei Dzmitrieu del movimento "Dì la verità" con l'1,1 % e dal leader socialdemocratico Sergei Cherechen con lo 0,9%.

Tikhanovskaya ha riacceso le speranze di cambiamento nel Paese. Migliaia di persone hanno partecipato ai suoi comizi, sono scese in piazza contro Lukashenko, e poi hanno affollato i seggi elettorali per il voto, con un'affluenza record di oltre il 79%.

Per questo dopo l'annuncio dell'ampia vittoria del presidente uscente, si stanno moltiplicando le denunce di brogli. A Minsk e Brest, dopo l'uscita degli exit poll, ci sono stati scontri tra polizia e manifestanti antigovernativi.

Lukashenko ha promesso il pugno duro. Già durante la campagna elettorale sono stati numerosi i fermi di manifestanti, giornalisti stranieri e membri degli staff elettorali di candidati dell'opposizione. Tikhanovskaya aveva già da tempo mandato all'estero i due figli e, per tutelarsi, non ha trascorso la notte della vigilia elettorale a casa, dopo che otto membri del suo team sono stati arrestati. Una delle sue più strette collaboratrici, Veronika Tsepkalo, moglie di un altro aspirante candidato alle presidenziali poi fuggito in esilo, Valery Tsepkalo, ha lasciato anche lei il Paese domenica.

Svetlana Tikhanovskaya, Veronika Tsepkalo e Maria Kolesnikova, manager della campagna elettorale di Viktor Babariko, ex capo della filiale bielorussa di Gazprombank, altro oppositore di Lukashenko incarcerato a metà giugno, sono state un trio affiatato che ha infiammato le piazze anti-Lukashenko durante la campagna elettorale.

"Non permetterò un'altra Maidan", aveva detto preoccupato Lukashenko, riferendosi alla rivoluzione ucraina del 2014. Il dissenso nelle settimane che hanno preceduto il voto è stato represso dall'intervento muscolare delle forze dell'ordine. Ora si dovrà capire quale eredità lascerà questo moto di popolo: se, dopo la fine dello spoglio delle schede e la proclamazione ufficiale del vincitore, le proteste si spegneranno o si accenderanno ancora di più.

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