Francia, scandalo sul ghiaccio: 21 allenatori coinvolti nel caso di molestie sessuali

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Di Guillaume Petit
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Il Ministero dello Sport pubblica i risultati dell'indagine. Esperti: "Ora più vigilanza, a tutti i livelli"

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Il caso è esploso lo scorso febbraio, quando l'ex pattinatrice francese Sarah Abitbol ha pubblicato un libro, nel quale accusava il suo ex allenatore, Gilles Beyer, di averla stuprata più volte, tra il 1990 e il 1992. Rivelazioni che hanno sconvolto il mondo dello sport e che hanno portato alle dimissioni del presidente della Federazione francese degli sport del ghiaccio, Didier Gailhaguet.

Il Ministero dello Sport transalpino ha quindi aperto un'indagine, insieme all'Ispettorato Generale dell'Educazione, dello Sport e della Ricerca e cinque mesi dopo, ecco le prime conclusioni: 21 allenatori sono sotto inchiesta, perché sospettati di violenza. Dodici di loro per "molestie o aggressioni sessuali". Altri sette sono sospettati di "violenza fisica o verbale".

"Il volume dei casi rivela pratiche e comportamenti, ripetuti da generazioni di allenatori", ha fatto sapere il Ministero dello Sport in un comunicato, nel quale ha aggiunto: "Non ha eguali a livello internazionale".

Vigilanza a tutti i livelli

"Le indagini dimostrano che sono coinvolti atleti minorenni, anche bambini e che i rapporti tra allenatori e pattinatori sono segnati da una forte autorità, che rende ancor più difficile la fuga dei ragazzi", spiega Philippe Liotard, insegnante e ricercatore.

Oltre alle sanzioni per i colpevoli, ci vorrebbe una maggiore consapevolezza nelle federazioni: "Dobbiamo mettere a punto strumenti che consentano alle vittime o alle persone consapevoli di comportamenti scorretti di esprimersi e di essere aiutati; di sanzionare se necessario e se vi sono prove di questi comportamenti scorretti, e, in terzo luogo, dobbiamo migliorare la formazione e la sensibilizzazione, per costruire quella che io chiamo vigilanza collettiva".

Vigilanza a tutti i livelli, insomma. L'indagine ha anche evidenziato le falle nel sistema federale, caratterizzato da "una forte concentrazione di potere, che coinvolge davvero pochi dirigenti e quadri tecnici", e che ha solo "favorito una forma di omertà".

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