Accordo Ue, Conte alle Camere: "Risorse da impiegare in maniera efficiente"

Il premier Giuseppe Conte al Senato
Il premier Giuseppe Conte al Senato Diritti d'autore Riccardo Antimiani/ Riccardo Antimiani/LaPresse/POOL Ansa
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"Risultato che appartiene all'Italia intera", ha detto Conte rilanciando la sfida a utilizzare in maniera efficace le risorse in arrivo dall'Ue

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La piccola maratona tutta italiana, che rappresenta la sintesi dei 4 giorni di Consiglio europeo, è il momento del premier, Giuseppe Conte, che a Palazzo Madama e a Montecitorio ha comunicato l'esito del vertice Ue. Giornata lunga, che si conclude con la discussione dello scostamento di bilancio, in sede di Consiglio dei ministri, previsto in serata.

Un lungo applauso della maggioranza ha aperto, al Senato, la seduta in cui il presidente del Consiglio Conte ha illustrato l'accordo sul Recovery fund, non senza sottolineare il mutamento di prospettiva in sede europea: "Si è trattato di un vertice straordinario, anche in termini di complessità. L'intesa raggiunta rappresenta senza dubbio un passaggio fondamentale che ci spinge ad affermare che l'Ue è stata all'altezza della sua storia”, ha detto il Conte all'inizio del suo discorso.

Ecco il Recovery Fund

Si parte da una cifra, che è rimasta integra: 750 miliardi di euro del Recovery fund, denominato Next generation Ue (390 miliardi di sussidi e 360 miliardi di prestiti).  "L'approvazione del piano di finanziamento - ha proseguito il premier - è interamente orientato alla crescita economica, allo sviluppo sostenibile e alla transizione ecologica. In favore di un' Ue più coesa, più sociale, più vicina ai cittadini, certamente più politica: l'unico percorso possibile per preservare l'integrità del mercato unico e la stabilità stessa dell'unione monetaria".
Il risultato poggia su una solida pietra angolare: per la prima volta l’Unione è autorizzata a contrarre prestiti sui mercati per finanziare spese comuni, o meglio aiuti ai Paesi per far fronte alla crisi innescata dal Covid.

La quota italiana: "Il risultato appartiene all'Italia intera"

La quota italiana è pari a 208,8 miliardi (81,4 tramite sussidi a fondo perduto e 127,4 di prestiti). In attesa del voto del Parlamento europeo di giovedì, che rappresenta l'atto finale dell'iter Ue, l'Italia è chiamata a definire tempi e modalità di spesa, oltre che un piano di riforme autorevole da presentare alla Commissione europea entro settembre-ottobre.
"Ci sono stati dei momenti in cui la rigidità delle differenti posizioni sembrava insuperabile - ha commentato Conte - ma, anche in quei momenti, continuava a maturare la consapevolezza di un profondo senso di responsabilità. Non potevamo fallire, accedere a un mediocre compromesso o rinviare la soluzione. Il risultato non appartiene ai singoli, neppure a chi vi parla, al governo, o alle forze di maggioranza. Appartiene all'Italia intera".

I tempi per l'impegno, la spendita delle risorse, il piano di riforme

Il meccanismo è legato al bilancio europeo 2021-2027 (che vale, al netto del Recovery Fund, 1.074 miliardi). L'impegno delle risorse dovrà avvenire entro il 2023 e i pagamenti entro il 2026.
La maggior parte dei finanziamenti dovrebbe essere disponibile entro il 2023. L’intesa però prevede un anticipo del 10% delle somme nel 2021 (circa 20 miliardi per l'Italia).
L'accordo ammette le spese retroattive sostenute dagli Stati a partire da febbraio 2020.
"Siamo chiamati a un forte e profondo impegno per far sì che il percorso riformatore abbia concreta attuazione. Del piano di riforme abbiamo già posto le basi. Il piano della ripresa sarà un lavoro collettivo, ci confronteremo con il Parlamento. Dobbiamo impegnarci anche per aumentare la fiducia nelle istituzioni italiane e nell'Ue".
L'erogazione dei fondi sarà subordinata ai piani dei singoli Paesi: li approverà il Consiglio europeo a maggioranza qualificata, su proposta della Commissione. Saltato, dunque, e questa è una vittoria anche italiana, il potere di veto proposto dai cosiddetti Paesi “frugali” .

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