Siria: si vota nei territori controllati dal governo

Siria: si vota nei territori controllati dal governo
Diritti d'autore 
Di Euronews Agenzie:  Ap
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Per gli osservatori esterni si tratta di una farsa

PUBBLICITÀ

Bashar al-Assad cerca una conferma del suo potere ventennale in Siria. Lo fa questa domenica con delle elezioni parlamentari nei territori controllati dal governo. Per gli osservatori esterni si tratta di una farsa: gli oltre 2mila candidati si dividono tra i pro-Assad e la finta opposizione. Si tratta delle terze elezioni dal 2011, anno in cui la Siria è sprofondata nella guerra civile, che ha causato la morte di 400mila persone e costretto la metà della popolazione a lasciare la propria città.

Le elezioni si sarebbero dovute tenere ad aprile, ma sono state rinviate a causa dell'emergenza coronavirus. Alle ultime del 2016 il partito di Assad ha ottenuto 200 seggi dei 250 del parlamento, i restanti sono andati a candidati indipendenti.

Stavolta, i miliziani dovrebbero guadagnare ancora più seggi per il loro contributo dato negli ultimi quattro anni. Delle 7400 urne per votare, 1400 sono lasciate ai combattenti.

Ovviamente non si vota a Idlib, nella zona controllata dai ribelli.

`` Speriamo che i membri del nuovo Consiglio lavorino per migliorare le condizioni di vita dei cittadini promulgando nuove leggi'', ha detto ad Ap Samir Sulaiman, un impiegato di 50 anni.

Il voto di quest'anno arriva mentre il paese sta assistendo a una crisi economica legata al crollo della valuta locale aggravata dalle sanzioni statunitensi e dalla crisi economica nel vicino Libano. Per il partito di Assad le sanzioni sono una forma di "terrorismo economico''.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Tornano le tensioni in Siria, 18 morti per una mina a Hama e attacco di razzi nel Nord

Il futuro della Siria tra guerra e Covid

Siria, raid all'ambasciata dell'Iran a Damasco: Khamenei, "Israele sarà punito"