Chernobyl: come la cattiva gestione avrebbe potuto (e può) provocare un nuovo disastro

Incendi a Chernobyl
Incendi a Chernobyl Diritti d'autore Yaroslav Yemelianenko/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
Di Emil Filtenborg & Stefan Weichert
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Nell'aprile scorso i roghi a Chernobyl che avrebbero potuto finire in un'altra tragedia. La denuncia di chi ha assistito alle operazioni di spegnimento

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Una delle aree tuttora più pericolose al mondo presidiata da un manipolo di Vigili del Fuoco mal equipaggiati. È quanto emerge a tre mesi dagli incendi che hanno aggredito la "zona di esclusione" o zona di Chernobyl, l'area che si estende con un raggio di circa 30 km dalla vecchia centrale nucleare, istituita subito dopo l'incidente del 1986 per evacuare la popolazione locale e prevenire l'ingresso nel territorio a più alta concentrazione di contaminazione.

Nell'aprile scorso, quando i roghi erano divampati producendo enormi quantità di fumo sopra Kiev, molti temevano un'ulteriore dispersione di elevate quantità di isotopi radioattivi. La capitale ucraina ha avuto temporaneamente la peggiore qualità d'aria del mondo, alla luce delle enormi difficoltà riscontrate dai Vigili del Fuoco, pure supportati da elicotteri e aerei, che hanno combattuto per settimane l'incendio devastante.
L'Agenzia spaziale europea ha utilizzato il satellite Copernicus Sentinel-2 per mappare la diffusione dei roghi, rilevando la minaccia di "un aumento delle radiazioni, dovute alla combustione di foreste e terreni contaminati".

SERGEI SUPINSKY/AFP or licensors
Aprile, il fumo avvolge Kiev - aprile 2020SERGEI SUPINSKY/AFP or licensors

Chernobyl: se divampa il fuoco, i Vigili non riescono ad arrivare

"Per i vigili del fuoco è stato complicato raggiungere certi luoghi all'interno della zona perché le agenzie statali non si sono prese cura dei boschi in modo adeguato", afferma Yaroslav Yemelianenko, titolare dell'agenzia di viaggi Chernobyl Tour.
"Molti alberi caduti hanno permesso che il fuoco si diffondesse rapidamente nelle foreste - dice Yemelianenko - abbiamo anche visto che non c'è stata alcuna pianificazione. Ogni volta che le squadre dovevano essere inviate sul fronte del fuoco, l'ordine veniva impartito in ritardo quando il rogo era diventato cinque volte più grande, e si era propagato altrove".

Nei tweet dell'aprile scorso, a pochi giorni dai roghi: "Le immagini aeree dei 30 km (19 miglia) della zona di esclusione intorno all'impianto, dove si è verificato il peggiore incidente nucleare del mondo nel 1986, mostravano terra bruciata e annerita e i ceppi carbonizzati di alberi ancora fumanti".

"#Chernobyl, il tour operator Yaroslav Yemelianenko ha detto che l'incendio si espandeva rapidamente raggiungengo la città abbandonata di #Pripyat, a due chilometri da dove si trova "la scoria di radiazioni più attiva di tutta la zona".

Vigili del Fuoco mal equipaggiati in una delle zone più vulnerabili

Maxim Pisarsky è il presidente del sindacato dei Vigili del Fuoco nella città orientale di Zaporizhia, oltre che membro di un movimento che cerca di creare migliori condizioni di lavoro per gli operatori del settore in tutta l'Ucraina. È stato in contatto con diversi Vigili che hanno lavorato a Chernobyl durante gli incendi: riferiscono di avere attrezzature obsolete e di utilizzare per lo più autocarri ZIL-131 che hanno quasi 30 anni e che spesso si rompono, creando maggiore instabilità operativa. Yemelianenko sostiene che i mezzi impiegati per domare gli incendi dell'aprile scorso sono gli stessi utilizzati in occasione del disastro del 1986: "Questi stessi veicoli sono stati fotografati in primavera. Trentaquattro anni dopo l'incidente, i camion sono proprio gli stessi", ha detto.

Poche pattuglie e una recinzione carente attorno alla "zona di esclusione"

A causa delle misure di quarantena legate a Covid-19, i giornalisti non hanno potuto recarsi nella zona, ma Yemelianenko ci è arrivato e ha riferito quello che ha visto su Facebook: "Vigili del Fuoco mal equipaggiati, gestione pessima, mancanza di coordinamento e disinformazione da parte del governo". Oltre a una recinzione carente e un numero insufficiente di pattuglie.
Sempre secondo Yemelianenko, "i residui altamente radioattivi dell'esplosione di Chernobyl sono tutti protetti da filo spinato pattugliato dalle guardie, ma nella zona ci sono anche altri oggetti pericolosi. Non sono abbastanza radioattivi per essere posti sotto tale protezione, ma rappresentano comunque un rischio. Sembra inoltre che chiunque possa raggiungere, quando e come vuole, tutta la zona di esclusione".

AP Photo
Gli incendi visti dal tetto della centrale nucleare di Chernobyl, 10 aprile 2020AP Photo

I danni provocati dall'incendio

Gli incendi hanno distrutto diversi siti turistici e di archeologia industriale, oltre ad aver minacciato gli impianti di stoccaggio delle scorie nucleari all'interno della zona di alienazione di Chernobyl, il luogo del colossale incidente nucleare di 34 anni fa.
Fortunatamente i livelli delle radiazioni sono rimasti bassi.
L'Institut de Radioprotection et de Sûreté Nucléaire (IRSN) francese ha dichiarato che le letture "non hanno rilevato valori anomali". Ma chi conosce bene il sito teme la macchina deputata alla gestione delle emergenze in una zona vulnerabile a conseguenze potenzialmente catastrofiche.

Risorse addizionali per questo articolo • Stefania De Michele

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