Riforma europea dei trasporti: chi dice no

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Le nuove norme su tempi di guida e sicurezza contestate dai trasportatori Bulgari che temono la concorrenza coi paesi terzi come Turchia, Serbia, Ucraina

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Il Consiglio europeo ha adottato un'ampia riforma del settore dei trasporti su strada, e già partono le polemiche. Le nuove norme puntano a migliorare le condizioni di lavoro dei conducenti, accrescendo le soglie di sicurezza e riducendo l'impatto ambientale, e introducono l'obbligo del rientro dei camion nel paese di immatrcolazione ogni quattro settimane.

Più sicurezza

La riforma, se da un lato incontra il favore dell'opinione pubblica europea, dall'altro viene contestata dalle imprese di autotrasporto dei paesi dell'Europa dell'Est. "Abbiamo dovuto aprire tre nuovi centri logistici in tutta Europa e ci è costato milioni di euro. Non avevamo scelta, abbiamo dovuto metterci in regola, e credo che ce la faremo. Ma che ne sarà delle piccole imprese, che sono i tre quarti del settore?", si chiede Angel Trakov, un imprenditore del settore.

Le norme più rigide toglieranno ai trasportatori dell'Europa orientale il vantaggio di produttività più alte a prezzi inferiori. Yordan Arabadjiev, dell'Unione dei trasportatori internazionali: "I trasportatori dei paesi comunitari dell'Europa dell'Est dovranno competere in condizioni di svantaggio con le aziende dell'Europa occidentale e con quelle di paesi terzi: Turchia, Serbia, Moldavia e Ucraina, che non saranno interessate dalla riforma". Secondo le associazioni delle imprese di autotrasporto dell'Est Europa la riforma costringerà migliaia di TIR a compiere viaggi di rientro senza carico,

Chi dice no: i nazionalisti blugari

Il pacchetto di norme sul trasporto merci su strada resta un argomento divisivo. I trasportatori bulgari, ad esempio, pensano che non sia stato fatto molto per rispondere alle loro preoccupazioni, e lamentano di non avere avuto ascolto, finora, anche a livello del parlamento europeo. In realtà a loro difesa si sono schierati alcuni deputati del Movimento nazionalista bulgaro, come Angel Dzambazki, che da tempo bolla il parlamento europeo di bolcevismo: "Siamo davanti a una misura puramente comunista. Non capisco come possano giustificare misure antieconomiche e contrarie al libero mercato. Parllando coi colleghi deputati capisco che tre su quattro non sappiano nemmeno quello che fanno, dato che si limitano a seguire la linea fissata dal loro partito o dal loro paese".

In attesa della ratifica parlamentare

Dopo l'approvazione da parte del Consiglio europeo, la riforma dovrà venire ratificata dal Parlamento di Strasburgo prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. I due regolamenti entreranno in vigore 20 giorni dopo, mentre per le norme sui tachigrafi saranno fissate scadenze specifiche.

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