Siria, 10 anni di guerra civile. Al via la Conferenza Onu-Ue

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Nel paese mediorientale la popolazione è a rischio sicurezza alimentare: penuria di frumento e svalutazione spingono alla fame e alla povertâ

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Entra nel suo decimo anno, la guerra civile in Siria, e le condizioni di vita di milioni di profughi restano disperate. Secondo alcune stime, la metà della popolazione ha dovuto abbandonare le proprie case, e almeno 500.000 persone sono morte per il conflitto. Uno scenario drammatico reso ancora più a rischio dalla pandemia da coronavirus.

"Un'intera generazione di bambini siriani ha conosciuto solo la guerra. E non è finita perché il popolo siriano vive ancora nella paura, sta ancora soffrendo. Il suo futuro è ancora tenuto in ostaggio. L'Europa non può distogliere lo sguardo, e non lo farà", ha detto in un video messaggio Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea.

A Bruxelles nella quarta conferenza di Nazioni Unite e Unione europea l'impegno delle grandi potenze per 6,9 miliardi di euro è già un passo avanti mentre  le forze governative hanno ripreso il controllo di buona parte del territorio e la popolazione civile è allo stremo.

Il crollo della produzione di frumento, scesa ai minimi storici, causa una penuria di pane, mentre la lira siriana continua a perdere terreno nei confronti delle altre valute, diminuendo rapidamente il potere d'acquisto delle famiglie.

"Un paniere alimentare di base per una famiglia siriana al culmine della guerra costava dieci volte di più di prima del conflitto. Ora costa addiruttura 20 volte di più. La gente ha smesso di comprare il cibo, nella speranza che i prezzi scendano, perché a questi livelli non possono permetterselo. Occorre riflettere su questo, sono in attesa di poter comprare alimenti, non un televisore. Anzi, hanno venduto gli elettrodomestici", spiega Corinne Fleisher, del Programma alimentare mondiale.

Lo stesso presidente al-Bashar ha recentemente ammesso che «la sfida più difficile è garantire beni di prima necessità e in particolare i generi alimentari», e ha rimosso il ministro del Commercio interno, su cui si scarica la responsabilità di non aver messo fine al contrabbando e al mercato nero che fanno lievitare i prezzi dei generi alimentari.

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