Belgio: re Filippo chiede scusa per le ferite del colonialismo in Congo

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Diritti d'autore Virginia Mayo/AP
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Di Euronews Agenzie:  Ansa
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Per la prima volta un sovrano esprime dispiacere per le atrocità commesse in Africa: "Atti di violenza che continuano a pesare sulla nostra memoria collettiva"

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In Belgio le proteste del movimento Black Lives Matter hanno riacceso il dibattito sul passato coloniale del paese. Le statue di Leopoldo II, ricordato per la fondazione e la brutale amministrazione dello Stato Libero del Congo, sono state prese di mira in varie città. 

Nel 60esimo anniversario dell'indipendenza della Repubblica democratica del Congo, l'attuale sovrano, re Filippo, ha chiesto per la prima volta scusa per le ferite inferte dal Belgio durante il colonialismo. 

"A quell'epoca sono stati commessi atti di violenza e crudeltà che continuano a pesare sulla nostra memoria collettiva - ha scritto il sovrano in una lettera indirizzata al presidente del Paese africano, Félix Tshisekedi - ci tengo ad esprimere il mio più profondo dispiacere per le ferite del passato il cui dolore è oggi ravvivato dalle discriminazioni ancora presenti nella società".

Per circa 40 anni la colonia fu proprietà personale di Leopoldo II. Nel 1908 passò sotto il controllo diretto del Belgio, per poi ottenere l'indipendenza nel 1960. Stando agli storici durante il regno di Lepoldo in Congo sono morte circa 10 milioni di persone.

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