L'Islanda alla prova delle presidenziali ma senza preoccupanti sorprese

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Di Paolo Alberto Valenti
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Il presidente uscente Gudni Johannesson sarebbe al 90% dei consensi. lo sfidante nazionalista Gudmundur Franklin Jonsson è dato per perdente

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Dopo aver quasi schivato la pandemia da coronavirus l'Islanda vota sabato per le presidenziali. Nel sistema parlamentare dell'isola boreale, il presidente, in carica per 4 anni, ha un ruolo molto simbolico. Il suo solo potere reale nel sistema politico riguarda il diritto costituzionale di bloccare l'entrata in vigore di una legge che può sottoporre a referendum popolare.

Il favorito uscente

L'uscente Gudni Johannesson resta più che favorito per un secondo mandato. Stando ai sondaggi dell'inizio di giugno il presidente,  un accademico cinquantaduenne che non fa riferimento ad alcun partito specifico, vincerà grazie a un consenso che toccherebbe il 90% delle intenzioni di voto. Johannesson in carica dal 2016 è il sesto e più giovane presidente dall'indipendenza del 1944.

Lo sfidante senza grandi possibilità

Intanto è la prima volta nella storia della Repubblica islandese che qualcuno sfida un capo di stato alla fine del suo primo mandato. Si tratta del candidato di destra Gudmundur Franklin Jonsson, vicino alla linea nazionalista. Le sue concrete possibilità di affermazione sarebbero ridottissime. 

Dopo la Serbia domenica scorsa e prima di Polonia e Francia questa domenica, l'Islanda è il secondo paese a tenere le elezioni dall'inizio delle misure di contenimento in Europa. Le urne si chiudono in tarda serata di sabato.

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