La maggior parte sono stranieri, provengono dai paesi dell'est e ad assumerli non sono le aziende ma ditte con contratti di subappalto, che li fanno lavorare con paghe basse e in condizioni igieniche precarie
In Germania il nuovo focolaio in un macello nella regione del Nordreno-Vestafalia ha riportato al centro del dibattito la tutela dei lavoratori nell'industria della carne.
La maggior parte sono stagionali provenienti dai paesi dell'Europa dell'est, assunti con contratti precari non direttamente dalle aziende ma da ditte con contratti di subappalto. Un sistema che, stando ad inchieste condotte in passato dai media tedeschi, in alcuni casi ha dato vita a un fenomeno simile a quello del caporalato nell'agricoltura.
Cosa sta facendo l'Europa per cambiare le cose? "Stiamo emanando delle linee guida - dice Nicolas Schmitt, commissario europeo per il Lavoro - ci appelliamo agli Stati membri affinché sviluppino e rafforzino i controlli, perché ciò che accade non è conforme né al diritto europeo, né alle leggi nazionali sul lavoro. E sapete che quando non c'è controllo, c'è chi si prende la libertà di trattare le persone in un modo che non è dignitoso".
Il governo tedesco ha già mosso i primi passi in questa direzione. A fine maggio ha deciso di abolire il subappalto e il ricorso ad aziende interinali nell'industria della carne, un sistema che spesso obbliga i dipendenti a firmare contratti di lavoro alle condizioni dei paesi d'origine e a vivere ammassati in condizioni igieniche precarie. Un fattore, quest'ultimo, determinante nello sviluppo dei focolai nei mattatoi.