"Siete sani di mente laggiù?", l'ira di Putin per il disastro ambientale in Siberia

Vladimir Putin durante la video conferenza sul disastro ambientale di Norilsk
Vladimir Putin durante la video conferenza sul disastro ambientale di Norilsk Diritti d'autore AFP
Di Euronews
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Vladimir Putin ha dichiarato lo stato d'emergenza per il disastro ambientale provocato dalla fuoriuscita di carburante da una centrale della Norilsk Nickel. E ha attaccato il Governatore della regione per i ritardi nella gestione della crisi

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Le immagini aeree sono impietose. Sono diventate rosse le acque nell'area di Norilsk, in Siberia, dove venerdì scorso si sono riversate 20000 tonnellate di gasolio. Fuoriuscite da una centrale termoelettrica, ora minacciano anche la flora e la fauna del Mar Glaciale Artico in cui sono destinate a confluire.

Greenpeace
Il rosso delle acque inquinate in Siberia per il grave incidente in una centrale della Norilsk NickelGreenpeace
Greenpeace
Un'altra immagine aerea del disastro ambientale in SiberiaGreenpeace

L'ira di Vladimir Putin

Il presidente Vladimir Putin in un video incontro ha pubblicamente biasimato l'operato del governatore della regione di Krasnoïarsk colpita dal disastro. Si è rivolto ad Alexander Uss con queste parole: "Cosa intende fare? Ha completato il report sulla situazione in atto? Lei è il governatore. Perché abbiamo saputo dell'incidente solo due giorni dopo? Dobbiamo venire informati di situazioni d'emergenza attraverso i social media ora? Siete sani di mente laggiù?".

Putin ha dichiarato lo stato d'emergenza. L'impianto è gestito da una filiale della Norilsk Nickel, leader mondiale nella produzione di nichel e palladio, le cui industrie hanno reso l'area una delle più inquinate al mondo.

Greenpeace
Un'altra immagine dalla Siberia, le inquinate acque rosse per la fuoriuscita di gasolio da una centrale della Norilsk NickelGreenpeace

Tre inchieste sul disastro ambientale

Le operazioni di ripulitura delle acque inquinate del fiume Ambarnaïa, colpito dal disastro, sono complicate dalla sua bassa profondità, che lo rende non navigabile, e dal fatto di essere in un'area isolata. Lo ribadisce uno dei responsabili delle operazioni, Alexander Lobach: "Non ci sono strade o ferrovie. Non c'è modo di far arrivare un grande numero di barche con serbatoi vuoti per raccogliere il carburante."

Sono state aperte tre inchieste per far luce sull'incidente ed è stato arrestato un impiegato della centrale.

La compagnia si è difesa sostenendo che "il sito, le cui fondamenta reggono da 30 anni, ha cominciato a sprofondare". Le strutture sono costruite sul permafrost, minacciato dal riscaldamento globale.

Planet Labs Inc.
Le acque tinte di rosso dalla fuoriuscita di gasolio in un'immagine scattata dallo spazioPlanet Labs Inc.

Greenpeace: "È uno dei più grandi incidenti petroliferi nell'Artico"

Greenpeace denuncia in un comunicato: "A sversarsi sono state 20 mila tonnellate di gasolio, che stanno contaminando oltre 20 chilometri di fiumi e si stanno muovendo verso il mare, con lo spessore dello strato di prodotti petrolchimici che ha raggiunto i 20 cm. La portata di questo disastro è analoga a quella dell'incidente della petroliera Exxon Valdez, avvenuto in Alaska 30 anni fa."

"Le barriere situate nel fiume possono raccogliere una piccola parte del gasolio fuoriuscito, mentre gran parte degli idrocarburi rimarranno nell'acqua. Si tratta di uno dei più grandi incidenti petroliferi nell'Artico e dimostra che il governo russo deve riconsiderare l'attuale modello di economia basato sui combustibili fossili e sull'abuso della natura".

Gli esperti dell'organizzazione stimano che "i danni ai corpi idrici potrebbero superare i 6 miliardi di rubli, ovvero circa 77,5 milioni di euro, senza considerare i costi della bonifica del suolo e l'inquinamento atmosferico"(...) Tuttavia esiste una lunga tradizione di società russe che eludono la piena responsabilità finanziaria per i danni ambientali. Inoltre, alcune di esse hanno utilizzato la crisi COVID per avviare l'indebolimento della legislazione ambientale russa".

"Greenpeace, insieme ad altre ONG russe, ha elaborato un recovery plan verde. In questo programma si stabiliscono i principi da utilizzare per il piano di ripresa nazionale dopo l'emergenza COVID-19, per implementare tecnologie rispettose del clima e per passare a un nuovo modello verde dell'economia russa che non dipende dai fossili".

"Nel 2009 Greenpeace ha pubblicato il rapporto sui rischi per le infrastrutture dell'industria russa del petrolio e del gas, associati al degrado del permafrost a causa del clima che cambia. Le infrastrutture delle industrie a rischio si stanno degradando, il che richiede un maggiore controllo da parte dello Stato e un piano di adattamento".

Greenpeace
Il disastro ambientale di Norilsk in Siberia, il rosso delle acque inquinateGreenpeace
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