Libia: al-Sarraj-Haftar, sì a colloqui per discutere un nuovo cessate il fuoco

Khalifa Haftar e Fayez al-Sarraj durante il vertice del 29 maggio 2018 all'Eliseo
Khalifa Haftar e Fayez al-Sarraj durante il vertice del 29 maggio 2018 all'Eliseo Diritti d'autore Etienne Laurent/AP
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Di Euronews Agenzie:  Ansa
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Stando alla Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) le parti in conflitto si sono accordate per tornare a trattare, anche se non è stato comunicato quando avverranno i colloqui

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In Libia si va verso il ritorno al tavolo delle trattative per discutere un nuovo cessate il fuoco. Stando alla Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) le parti in conflitto - il governo di accordo nazionale, guidato dal Fayez al-Sarraj e il sedicente Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar - hanno hanno concordato di riprendere i colloqui. 

"Il ritorno delle due parti al dialogo - si legge nel comunicato dell'Unsmil - è una risposta al desiderio e alle chiamate della stragrande maggioranza dei libici che sono desiderosi di tornare a una vita sicura e dignitosa il più rapidamente possibile".

Dato che in Libia si combatte ancora, l'Unsmil auspica anche che la ripresa delle trattative possa portare a una tregua umanitaria, un passo importante nella direzione di un cessate il fuoco permanente e permetterebbe alle autorità libiche di concentrarsi sulla lotta al coronavirus. 

Non si sa ancora tuttavia quando le parti si siederanno al tavolo: Unsmil non ha fatto quando riprenderanno i colloqui, limitandosi a precisare che si svolgeranno in videoconferenza alla causa dell'emergenza coronavirus.

"La Missione - si legge ancora nella nota dell'Unsmil - spera inoltre che tutte le parti, libiche e internazionali, rispondano al desiderio dei libici di porre fine ai combattimenti e che la ripresa dei colloqui della Commissione militare possa segnare l'inizio di una calma sul terreno e una tregua umanitaria per consentire l'opportunità di raggiungere un accordo finale di cessate il fuoco e consentire alle autorità competenti di concentrare i loro sforzi per affrontare le ripercussioni e il pericolo della pandemia Covid-19, oltre a facilitare la risposta a bisogni umanitari urgenti da parte di agenzie locali e internazionali".

 Nello stesso contesto, "la Missione invita gli Stati che sostengono le parti in conflitto a rispettare quanto concordato nei risultati della Conferenza di Berlino, le varie risoluzioni del Consiglio di sicurezza, in particolare la risoluzione 2510, l'embargo sulle armi e la cessazione permanente di tutte le forme di sostegno militare".

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