Covid-19: pandemia e crisi della posivitità

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Un sondaggio mondiale svela che che uno dei maggiori induttori di stress in questo periodo è dato dall'abbondanza di notizie (spesso negative) sulla pandemia

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Tutti sappiamo che la crisi pandemica è stata ed è mentalmente stressante: ebbene, un sondaggio mondiale indica che uno dei maggiori induttori di stress è la copertura delle notizie sul Covid-19.

Laurène, 33enne vignettista transalpina di stanza a New York, ha il suo antidoto:

"Il mio metodo - dice - è limitare le news a 30 minuti al giorno, penso di aver fatto quasi un disegno al giorno o una gif che copre alcuni aspetti della pandemia, cose che ho sentito e che mi hanno angosciato.

Quindi, occorre prendere un elemento e trasformarlo in qualcosa di divertente, da condividere, esorcizzarlo in qualche modo".

Oltre all'ansia indotta dai media, gli altri due principali fattori di stress sono la perdita di contatto sociale ed attività ricreative.

A Francis, 27enne microbiologo e giocatore di rugby scozzese, mancano le interazioni.

"Con lo sport di squadra, ottieni un buon cameratismo - afferma - e questa è una delle cose che mi mancano: inviare messaggi a qualcuno su Facebook non equivale a ridere in un bar dopo una partita di rugby".

Raffael, ricercatore a capo di un progetto che studia le reazioni psicologiche alla pandemia (Dynamore), sostiene che i due fattori chiave che ci aiutano durante una crisi sono le reti di supporto sociale e il pensiero positivo, cercando di trarre il meglio dalla situazione:

"Molte persone reagiscono negativamente alla raccomandazione di pensare positivo - dice - si trovano in una brutta situazione, 'perché dovrei pensare positivamente ora, non voglio sentire nulla al riguardo'.

Prima di tutto, non aiuta entrare in questi cerchi negativi, occorre cercare di trarre il meglio da questa situazione, in secondo luogo possono ovviamente essere aiutati gli altri quando si pensa positivo e si ha una certa energia".

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L'obiettivo è evitare cicli negativi di paura e rimuginare, cose che impediscono di agire e ci fanno sentire senza speranza.

Steffen, designer tedesco, vive giorno per giorno e sogna una vita normale: "Prima della pandemia - dice - la normalità era sempre gravata da qualcosa di negativo, era noiosa, ora non desidero altro che abbracciare le persone senza paura della morte".

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