Covid-19: ecco come vivono la crisi gli ''invisibili'' del lavoro nero

Covid-19: ecco come vivono la crisi gli ''invisibili'' del lavoro nero
Diritti d'autore Alessandra Tarantino/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
Diritti d'autore Alessandra Tarantino/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
Di Giorgia OrlandiEuronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Lavoro nero, la vita degli ''invisibili'': per colpa di Covid senza reddito e senza aiuti dallo Stato

PUBBLICITÀ

Al Quarticciolo, periferia est di Roma, il 70% dei residenti si guadagnava da vivere con il lavoro nero. O quello o vendere droga. Ma quando è iniziata la serrata, tutti hanno perso il lavoro. Nella giungla dell'economia sommersa, con la crisi innescata da Covid-19, falegnami, artigiani e addetti alle pulizie si sono ritrovati senza reddito e senza poter contare sull'aiuto dello Stato.

Tutto fermo, anche il lavoro nero: si allungano le file ai banchi alimentari

Gli 'invisibili' si mettono in fila due volte alla settimana, davanti alla Biblioteca del quartiere, per prendere pacchi di cibo dai banchi alimentari, organizzati dalle associazioni con il supporto dei produttori locali, o per ricevere buoni spesa.
Nonostante sia illegale, il lavoro nero è in molte circostanze l'unica forma di sostentamento. Come nel caso di Stefano Belmonte: ha una moglie e una figlia e non ha lavorato per niente negli ultimi tre mesi.
Al banco alimentare Stefano ha ricevuto la sua parte: verdura, pomodori, spaghetti, frutta, uova. Servono per avere qualcosa in tavola a pranzo e a cena, ma non è cibo sufficiente a lungo per tre persone.

La solidarietà tra le persone è molto diffusa nel Quarticciolo, dove Stefano da qualche anno dà una mano in un ente di beneficenza. È un modo per tenersi occupato e supportare la comunità locale. Racconta Stefano Belmonte: "Sono tre mesi che non porto a casa neanche un euro. Continuo ad andare avanti grazie al cibo che mi viene dato, cerco di arrangiarmi, ma non c'è alcun reddito. Ho lavorato un totale di tre giorni in tre mesi. Il lavoro non dichiarato è completamente bloccato. Questo è quello che faccio, purtroppo: alla mia età nessuno vuole assumermi".

Economia sommersa: il bacino per la manovalanza criminale

Gian Maria Fara, presidente di Eurispes, Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali, ritiene che l'economia sommersa sia una risposta naturale alla burocrazia ipertrofica e al prelievo eccessivo sotto forma di imposte, tasse, tariffe: un comparto 'invisibile' che rappresenta il 35% del prodotto interno lordo del Paese.
Dice Gian Maria Fara: "Grazie al reddito non dichiarato, intere famiglie fanno la spesa e si spostano, cioè conducono una vita normale. E, anche se parliamo di reddito illegale, fa comunque parte dell'economia nella sua globalità"

L'aumento delle tensioni sociali è conseguenza dell'impatto della crisi Covid. Molti lavoratori in nero, senza la possibilità di garantirsi un reddito e senza il sostegno statale, diventano così manovalanza potenziale delle organizzazioni criminali.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Good Support Program, l'app perfetta per il confinamento

Stato dell'Unione: Il rilancio dell'economia Ue parte dal lavoro

Covid 19 fagocita posti di lavoro: disoccupazione in crescita