Bulgaria, accuse di protezionismo sulle misure per la filiera corta

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Aiuti ai piccoli produttori nell'agroalimentare: per alcuni violerebbe le regole della concorrenza nel mercato unico

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Per i più critici si tratta di misure protezionistiche, per gli altri di interventi a sostegno dei produttori locali. Le misure decise dal governo bulgaro a favore delle cosiddette filiere corte, puntano a rendere più semplice l'arrivo sugli scaffali dei prodotti del territorio.

"Prendiamo ad esempio un piccolo produttore di mele, è difficile che abbia i macchinari per il confezionamento o i magazzini per la conservazione. In queste condizioni come potrà continuare a fornire i rivenditori? Noi puntiamo ad aiutare questa categoria di produttori. Finora abbiamo spuntato 20 nuovi contratti per piccoli produttori regionali", spiega Peter Pavlov, direttore generale dell'Agenzia statale Maxima Bulgaria.

A sostegno dei prodotti locali è prevista una campagna di marketing multimediale, per aiutare le imprese a capitalizzare i loro investimenti e difendersi dalla concorrenza dei prodotti di importazione. Per gli agricoltori bulgari la misura decisa dal governo rappresenta una boccata d'ossigeno.

"Per la filiera bulgara dell'ortofrutta questa misura è la benvenuta, poiché il settore è in crisi da molti anni, non riesce a sostenere la concorrenza, ed è costretto a subire le importazioni europee. Secondo dati ufficiali, con quote di mercato variabili a seconda dei prodotti, le importazioni valgono tra un terzo e la metà delle vendite fatte nel 2019", spiega Damian Vodenitcharov.

Dal punto di vista dei produttori anche le politiche europee sono tra le cause delle difficoltà patite dal settore in paesi come la Bulgaria.

"I produttori di mele polacchi hanno un sussidio europeo di 25 centesimi e uno nazionale di altri 25. Che fa 50 centesimi. Io posso solo sognare un aiuto simile. In Bulgaria riceviamo un centesimo e mezzo al chilo, cioè 33 volte di meno. E questa è solidarietà? L'Unione europea non dovrebbe solo mettere in pari la Bulgaria, ma tutti i paesi. Se vogliono un mercato unico dovrebbero anche stabilire condizioni di parità in merito all"erogazione dei sussidi. Che per me andrebbero tolti in tutta l'Unione".

Tra le misure introdotte dal governo - nell'ambito di iniziative finanziate con 250 milioni di euro - alcune puntano a compensare la perdita del reddito per gli occupati della filiera agroalimentare, altre offrono alle imprese linee di credito garantite dalla Banca bulgara per lo sviluppo.

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