Covid-19: Budapest dà una mano ai clochard (e rinnega Orbán)

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Di Gioia SalvatoriSZILÁGYI, Károly
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Il sindaco trasforma uno spazio destinato all'arte in rifugio per i senza fissa dimora. Così il leader d'opposizione e sindaco della capitale Karácsony sfida il primo ministro Orbán che volle una legge per incarcerare chi dorme in strada

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Ripensare luoghi e priorità, sullo sfondo una battaglia politica.

Il comune di Budapest in Ungheria ha deciso di convertire uno spazio destinato all'arte in fase di ristrutturazione in rifugio per la quarantena dei clochard rifiutati da tutti i centri preposti per la paura del contagio da coronavirus.

Il sindaco di Budapest Gergely Karácsony (liberale, partito del dialogo) è uno strenuo oppositore del primo ministro magiaro di destra Viktor Orban il quale dichiarò battaglia ai clochard addirittura introducendo la prigione per chi dorme in strada

Ora dalla città arriva un'azione opposta, nel segno dell'umanità, una ONG è coinvolta la Menhely Foundation; Guraly, Zoltán, assistente sociale spiega che per la paura del contagio chi era dentro i centri per clochard ci è rimasto ma non può di fatto uscire: le porte sono chiuse e non c'è ricambio. Così quelli che sono rimasti per strada bussano invano.

Anche grazie a questa iniziativa la città di Budapest si vanta di aver contenuto la diffusione della malattia tra i senza casa.

Budapest, test per tutti i clochard

Misetics Bálint consulente senior del sindaco di Budapest racconta che teoricamente sono stati testati tutti con circa cinquemila test di coronavirus, sia i senzatetto che chi lavora con loro. "Inoltre stiamo lavorando per alleviare la congestione e proteggere i senzatetto che sono particolarmente a rischio a causa dell'età avanzata o di malattie croniche", aggiunge. 

I clochard, prima invisibili con il coronavirus, sono diventati visibili, unici rimasti nelle strade cittadine vuote. Sarebbe bello se a crisi finita non ci si dimenticasse di loro.

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