Covid-19: la solidarietà a ostacoli accelera l'emergenza in Africa

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Di Guillaume PetitSalvatore Falco
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Parte da Lione primo ponte aereo umanitario dall'Europa verso l'Africa per combattere la pandemia. In Repubblica centrafricana sistema sanitario a rischio collasso

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All'aeroporto di Lione in Francia, si riprende a volare. A bordo di questo volo ci sono 75 operatori umanitari di 12 nazionalità. Sono diretti a Bangui, nella Repubblica Centrafricana. È il primo ponte aereo umanitario dall'Europa verso l'Africa per combattere la pandemia di covid19. Dopo anni di conflitti interni, più della metà della popolazione del Paese ha bisogno di assistenza. La Pandemia rischia di far collassare il sistema sanitario.

"Fondamentalmente, abbiamo un sistema sanitario davvero debole - spiega Florence Daunis, responsabile operazioni Handicap International - Quindi è fondamentale far comprendere l'importanza di essere protetti e informati, e per farlo abbiamo bisogno che tutti gli operatori umanitari e tutti gli assistenti sociali possano andare nelle comunità per spiegare alla gente cosa fare per proteggersi".

Sono previsti ulteriori voli per la Repubblica Centrafricana, ma anche verso il Burkina Faso e il Sud Sudan. Tutte le spedizioni sono coordinate da Organizzazioni non governative, con il contributo di dieci paesi europei. La solidarietà verso i vicini che all'inizio della pandemia scarseggiava in tutta Europa compie qualche passo. 

Euronews ha parlato con il commissario europeo per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic: "Abbiamo dovuto affrontare alcuni problemi durante le fasi iniziali dell'epidemia in Europa, ma questi problemi hanno avuto più a che fare con la mancanza di dispositivi di protezione personale che con la mancanza di solidarietà. Una volta che la situazione con i dispositivi di protezione è migliorata, la solidarietà è ripartita. Ora gli Stati membri si aiutano a vicenda con le attrezzature, i medici e per il trasporto dei pazienti negli ospedali".

"Più solidarietà ma anche più ostacoli: secondo le ONG c'è sempre più concorrenza globale nella corsa ad accaparrarsi attrezzature mediche, i voli sono rari e costosi, le frontiere sono chiuse o rimangono chiuse", conclude il giornalista di Euronews, Guillaume Petit.

Oltre 51.000 casi in Africa, Oms: +47% in una settimana

Sono oltre 51.000 i casi di Covid-19 confermati nel continente africano, pari a "un incremento del 47% rispetto alla scorsa settimana", mentre i decessi hanno superato quota 2.000. È quanto ha reso noto oggi l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) per l'Africa, sottolineando come "sia estremamente importante che i Paesi adottino una risposta basata su dati e prove".

I Paesi più colpiti sono Sudafrica (7.808 casi e 153 morti), Egitto (7.588 e 469), Marocco (5.382 e 182) e Algeria (4.997 e 476).

Fino a 190.000 morti in Africa senza misure

In Africa ci potrebbero essere fino a 190.000 morti da coronavirus nel primo anno di pandemia se misure di contenimento non verranno applicate. Lo ha detto l'Oms, citando uno studio fatto dall'ufficio regionale dell'Organizzazione mondiale della Sanità di Brazzaville.

Secondo questa proiezione, tra le 83.000 e le 190.000 persone potrebbero morire, mentre i contagiati potrebbero arrivare a 44 milioni, su una popolazione di un miliardo, divisa in 47 paesi.

Gli esperti hanno da tempo avvertito che l'Africa è particolarmente vulnerabile, a causa delle scarse strutture sanitarie, conflitti, povertà. Ma il virus si è finora diffuso lentamente. Per il direttore dell'Oms per l'Africa, Matshidiso Moeti, "la lenta velocità di trasmissione suggerisce un'epidemia più lunga, per alcuni anni, e anche se non ci sarà la crescita esponenziale vista altrove, il virus resterà in alcuni hotspot a lungo". Per contrastarlo bisogna testare, rintracciare, isolare e curare", e i governi devono avere un atteggiamento proattivo, avverte. L'Africa ha finora ufficialmente registrato 53.334 casi e 2.065 vittime, secondo un conteggio dell'Afp. 

La Somalia rischia di essere travolta

La Somalia "rischia di essere travolta dal Covid-19". Ad affermarlo è l'organizzazione non governativa per gli aiuti umanitari International rescue committee, che parla di una diffusa trasmissione all'interno delle comunità somale e di un'assistenza sanitaria inadeguata, aggiungendo che la cifra ufficiale di 835 casi confermati non corrisponde a quella effettiva.

Queste dichiarazioni fanno eco a quelle del sindaco della capitale somala Mogadiscio, Omar Filish, che all'inizio di questa settimana ha parlato di oltre 500 morti in città negli ultimi 14 giorni, numero superiore alla media e per il quale ha parlato di sottostima dei contagi nel Paese del Corno d'Africa.

La Somalia sta già lottando contro la peggiore invasione di locuste degli ultimi 25 anni - che ha provocato la dichiarazione dello stato di emergenza all'inizio dello scorso febbraio - cui si aggiungono siccità, inondazioni e conflitti. Più di cinque milioni di persone hanno bisogno di aiuti umanitari per la propria sopravvivenza. 

Il governo italiano: "Ue lenta su Africa ora l'ha presa in carico"

"Credo che l'Ue, soprattutto nella fase iniziale, sia stata troppo lenta nella sua azione" riguardo al pericolo coronavirus in Africa "mentre in questo momento c'è una seria presa in carico di una relazione di scambio con l'Africa, un continente la cui salute mette in discussione anche la nostra salute". Lo ha detto la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, nel corso di un'audizione sull'emergenza sanitaria Covid-19 davanti al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.

"Oggi questa consapevolezza è mutata", ha aggiunto, osservando che "per questa ragione, l'iniziativa che il parlamento e il governo italiano dovranno e potranno assumere rispetto al continente africano, anche sotto il profilo dell'emergenza coronavirus, è certamente prioritaria".

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