Petrolio, gli Usa comprano 75 milioni di barili

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Diritti d'autore AP Photo/Eric Gay
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Il crollo del prezzo secondo il presidente Trump è un fenomeno temporaneo

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Il blocco planetario, deciso per controllare la pandemia di coronavirus, ha fatto crollare sui mercati statunitensi il valore del greggio (il contratto Wti con consegna a maggio), fino a un prezzo negativo di 37 dollari. Questo martedì le vendite si sono abbattute anche sui futures di giugno, arrivati a cedere 44,5%, a 9,09 dollari a barile, come non accadeva dal febbraio 1999. Crisi nera anche per il Brent del mare del Nord: -25,54% a 19,04 dollari, sui minimi da fine 2001.

In altre parole i venditori di petrolio sono disposti a pagare, pur di liberarsi delle scorte. Uno scenario finora considerato puramente teorico, ma che si verifica per la prima volta nella storia. "Immaginate tutte le strutture di stoccaggio completamente piene e una ripresa, a essere ottimisti, che arriva nel terzo trimestre: avremo una domanda di molto inferiore all'offerta", spiega Ranjith Raja, analista. "La quantità di greggio nei depositi deve essere consumata prima dell'arrivo della nuova produzione".

Il presidente statunitense Trump, dopo aver annunciato l'acquisto straordinario di 75 milioni di barili da destinare alle riserve strategiche, si è detto sicuro che il crollo del prezzo del greggio sia un fenomeno di breve durata e si attende entro poco un rimbalzo.

Ma gli esperti del settore, come Jim Burkhard, invitano a considerare il quadro nel suo insieme: "Il comparto petrolifero sta attraversando un periodo molto impegnativo - dichiara - a causa dei bassi prezzi del greggio, e questo porterà a meno investimenti e meno attività economica e meno posti di lavoro, almeno per un certo periodo".

A causa di questo crollo storico del petrolio, i listini europei terminano la giornata di martedì in netto ribasso. Piazza Affari chiude al -3,59 per cento, bruciando circa 16,5 miliardi di capitalizzazione, scendendo a circa 486 miliardi. Francoforte al ribasso del 3,9%, Parigi del 3,77% e Londra del 2,99%.

Lo scorso 12 aprile i Paesi produttori Opec (più la Russia, da qui Opec+) avevano annunciato un taglio alla produzione di 9.7 milioni di barili al giorno, proprio per prevenire un eccesso di offerta come accade attualmente.

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