In tutto il mondo si moltiplicano le iniziative per sopperire al fabbisogno di mascherine e ventilatori
Il bisogno di mascherine mette in moto anche i monasteri dove la preghiera da sempre è associata al lavoro silenzioso ma utile per le comunità. Le suore che vivono in un remoto monastero ortodosso russo, nella regione russa di Yaroslav, producono 100 mascherine al giorno. Lo fanno pur non avendone bisogno visto la loro vita molto ritirata. Le mascherine sono realizzate con quattro strati di tessuto traspirante, lo strato esterno ha un colore più vivace. Per confezionare il prodotto il monastero ha acquistato 4 mila metri di tessuto e dona la produzione gratuitamente agli ospedali e ad altre organizzazioni che ne hanno bisogno. Il lavoro è un po' a catena di montaggio, c'è chi taglia, c'è chi cuce, c'è chi stira. Ognuno fa il suo.
Dai pezzi delle vecchie automobili Toyota i ventilatori per l'Afghanistan
Ancor più sorprendente è l'iniziativa di un gruppo di cinque ragazzine nella provincia di Herat in Afghanistan, che mettono in campo le loro abilità progettuali per sfruttare pezzi di ricambio di automobili Toyota e realizzare ventiliatori a basso costo. Una generazione fa il fondamentalismo islamico non avrebbe permesso tutto questo. Il prodotto è adeguato alle esigenze locali e funziona con un basso apporto di elettricità fornita da batterie. Una volta completata la sperimentazione bisognerà far brevettare il ventilatore dall'autorità locale, successivamente sarà messo in commercio a un costo che oscilla fra i 300 e i 400 dollari USA.