Corte di Giustizia UE condanna Polonia, Ungheria e Rep. Ceca per non aver accolto migranti

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Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea, aprendo la strada a possibili sanzioni pecuniarie

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La Polonia, l'Ungheria e la Repubblica Ceca non hanno rispettato il diritto dell'Unione Europea rifiutando di accettare i richiedenti asilo trasferiti dall'Italia o dalla Grecia nel momento di picco degli arrivi di migranti nel 2015. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Europea giovedì 2 aprile.

Nella sua sentenza, la Corte di Giustizia dell'Unione europea ha stabilito che i tre paesi "non hanno adempiuto ai loro obblighi" non rispettando la decisione collettiva dell'UE di accogliere una quota di rifugiati per Stato membro, aprendo la strada a possibili sanzioni pecuniarie.

La ECJ afferma nella sua sentenza che questi paesi non hanno accettato la loro quota di 120mila richiedenti asilo arrivati in Italia e in Grecia, nell'ambito di un programma di ricollocazione concordato dal Consiglio europeo nel 2015. Si legge nella sentenza, inoltre, che Polonia e Repubblica Ceca sono colpevoli di non aver adempiuto agli obblighi derivanti da una precedente decisione del Consiglio nei confronti di 40mila migranti.

Il Consiglio europeo - composto da capi di governo e capi di Stato - ha adottato questa politica nel settembre 2015, in un momento in cui più di un milione di migranti erano arrivati in Europa, la maggior parte in fuga dalla guerra in Siria e in Iraq.

I leader UE hanno cercato di obbligare i paesi del blocco ad aiutare Italia e Grecia a condividere l'onere dovuto al numero sproporzionato di migranti riversatisi sulle loro coste.

Il tribunale, con sede a Lussemburgo, ha respinto le argomentazioni di difesa avanzate dai tre Stati membri che hanno violato il diritto dell'UE. La Corte di Giustizia Europea afferma che essi non hanno il diritto di giustificarsi sulla base salvaguardia della sicurezza interna, o sostenendo che il programma di ricollocamento sia stato disfunzionale, rifiutandosi così di rispettarlo.

Nell'ambito del "meccanismo di trasferimento temporaneo", ai paesi Ue erano stati offerti 6mila euro a persona accolta.

La Corte scrive che la Polonia e la Repubblica Ceca inizialmente avevano accettato di accogliere rispettivamente 100 e 50 migranti, ma poi nella pratica i cechi ne hanno accolti solamente 12, mentre la Polonia non ne ha accettato nessuno. Zero anche da parte dell'Ungheria, che non indicò neanche un numero preciso.

Alla fine solamente 40mila migranti sono stati ricollocati. Il fallimento delle misure di burden-sharing è uno dei motivi di attrito in seno all'Unione Europea. La propaganda sull'immigrazione ha fatto da volano ai sondaggi per i partiti di destra e estrema destra.

I tre Stati sono ora tenuti a conformarsi alla sentenza, per evitare un nuovo ricorso ed eventuali sanzioni pecuniarie.

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