L'Europa non è omogenea neanche nel calcolo delle morti da coronavirus

L'Europa non è omogenea neanche nel calcolo delle morti da coronavirus
Diritti d'autore Vincent Thian/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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Di Paolo Alberto Valenti
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In Italia si calcolano i morti da coronavirus anche in presenza di un quadro clinico già compromesso, ma non è il caso degli altri paesi europei dove sono fuori dalle statistiche anche coloro che muoiono per il virus a casa o nelle residenze per anziani

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La lettura della pandemia in corso non è omogenea per tutti i paesi interessati, visti i criteri non omogenei delle statistiche emesse dagli organismi ufficiali dei vari stati. Statistiche che divergono anche in Europa creando non poche percezioni che non corrispondono probabilmente alla realtà e possono far credere che il flagello si accanisca più agevolmente su uno stato piuttosto che sugli altri. 

I dati certificati da Oxford e le ombre cinesi

Stando ai dati forniti dal The Centre for Evidence-Based Medicine develops, promotes and disseminates better evidence for healthcare, certificati dall'Università di Oxford, i tassi mortalità avrebbero questi andamenti: Italia: 11,03% - Spagna: 8,38% - Regno Unito: 6,29% - Francia: 6,16% - Cina: 4,05% - Stati Uniti: 1,77% - Germania: 0,79% .

Dati che restano molto discutibili anche a fronte di un elemento diffuso nello scorso weekend e cioè che la Cina, finora, ha dichiarato solo 3298 morti mentre migliaia di persone stanno facendo lunghe code davanti agli uffici dei Funeral Parlour, gli impianti di cremazione, di Wuhan per raccogliere le urne con le ceneri dei loro defunti, morti nell’epidemia da coronavirus, durante l’isolamento forzato della città. Un dato che è stato certificato dalle immagini che le televisioni internazionali hanno recentemente diffuso. Questa evidenza certifica che parlare di tasso di mortalità del virus resta una cosa molto incerta viso ch forse non si avrà forse mai il dato reale. Si riesce solo ad ottenere il tasso di mortalità tra i contagiati che il sistema sanitario riesce a identificare in relazione ad una malattia che presenta peraltro una grande massa non identificabile di persone che sono state contagiate e non hanno mai manifestato i sintomi. Il fatto che per prima la Cina abbia sostanzialmente voluto amalgamare le morti di ogni causa in uno stesso calderone rischia di non consentire mai una analisi precisa del  reale tasso di mortalità che c'è stato nell' Hubei.

Le statistiche in Europa

Mentre in Italia - ad oggi 30 marzo - si viaggia verso gli 11 mila morti che non comprendono (come indicato più volte almeno dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori almeno per la sua città) i decessi in casa il metodo statistico made in Italy registra come decessi da coronavirus tutti i pazienti risultati positivi e quindi deceduti indipendentemente da tutti gli altri aspetti clinici che li riguardavano. Va però detto che L'Istituto Superiore della Sanità fornisce una dettaliata lettura  epidemioilogica bisettimanale che classifica le morti anche sulla base delle patologie pregresse che sicuramente hanno spalancato le porte al coronavirus e condannato i pazienti. Gli osservatori sottolineano comunque che il fattore che aggrava  il tasso di mortalità in Italia è legato all'età della sua popolazione. L'Italia ha la popolazione più anziana d' Europa, con circa il 23% di residenti di età pari o superiore a 65 anni.

Il caso Spagna

In Spagna, secondo i funzionari sanitari delle comunità autonome, le persone che muoiono in abitazioni o in case che non sono state sottoposte a screening non vengono conteggiate. L'ultimo rapporto dell'Istituto di salute Carlos III indica che l'eccesso di morti rispetto alle serie storiche tra il 21 e il 25 marzo era quasi del 17%. Ma non ci sono ancora cifre catalogate per le cause di morte e questo è un limite delle statistiche iberiche.

Francia e Germania: misteri e controversie

La controversia in Francia si concentra sulle morti al di fuori degli ospedali. Le case di cura nelle regioni più colpite dal coronavirus affermano che ai dati ufficiali mancano molti casi e che la mortalità reale è ben più elevata. Con un tasso di mortalità dello 0,72 per cento, ci sono state alcune controversie in Germania sui dati forniti quotidianamente dal Robert Koch Institute (RKI) che spiega che "tutti i decessi correlati alla malattia di Covid-19 sono registrati nei dati di segnalazione". Se vi sono dei casi sospetti, l'istituto aggiunge "possono essere esaminati dopo la morte", ma non è chiaro se tutti i sospettati siano poi sottoposti ad autopsia.

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