Covid-19: i traumi dei parenti delle vittime, reportage dalla Spagna

Madrid, 29 Marzo
Madrid, 29 Marzo Diritti d'autore BALDESCA SAMPER/AFP or licensors
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Di Jaime Velázquez
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Niente funerali, nessun ultimo saluto. Il racconto di un nostro corrispondente dalla Spagna nei giorni del lutto. L'esperto: "Per chi resta difficile superare il grande senso d'impotenza"

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Quando i morti per il coronavirus sono oltre 6700 e i contagiati 80mila la Spagna, ferita e in isolamento, piange le sue vittime. Un dolore sorpassato nella cronaca dall'affanno per la battaglia contro la diffusione della malattia, un dolore che lascerà traumi individuali e collettivi.

I medici, gli infermieri, oltre a curare i malati sono gli araldi delle ultime parole d'affetto destinate a chi muore in isolamento, leggono le lettere dei parenti, porgono telefoni ai malati. Encarni Cavalche ha perso il padre a causa del coronavirus che ha infettato sei membri della sua famiglia, sua madre è ancora in ospedale: "E' come guardare il mare e vedere un'onda lontana. All'improvviso quello che hai visto in lontananza è da te e ti travolge. Non poter dire addio a mio padre fisicamente, non poter abbracciare mia madre, ricoverata in un altro ospedale, è stato veramente duro", dice.

Encarni è riuscita a mandare una lettera a suo padre, gliel'ha letta l'infermiera.

"I sanitari stanno dando il mille per mille per curare i nostri cari, fanno il meglio visto che noi non possiamo essere lì a causa del confinamento. Questo è davvero importante e ci ha dato un po' di pace, mentalmente".

Il trauma per chi resta? Il senso d'impotenza

Quello della morte di un caro senza l'ultimo saluto è il primo trauma; poi ne viene un secondo: l'impossibilità di salutare con delle esequie degne chi se n'è andato. Niente abbracci, niente assembramenti, il confinamento elimina o riduce al minimo i gesti rituali del cordoglio. Il lutto può assumere una dimensione collettiva, nazionale e transazionale, ma privatamente è amputato.

Quello che sperimentano i parenti è soprattutto l'impotenza. La desolazione. Non c'è modo di fare nulla di quello che ci si era ripromessi
José Carlos Bermejo
San Camilo listening center

José Carlos Bermejo, del San Camilo listening center, spiega: "Quello che sperimentano i parenti è soprattutto l'impotenza. La desolazione. Non c'è modo di attuare nulla di ciò che ci si era ripromessi di fare: essere a fianco del letto del proprio caro in momenti difficili e specialmente nelle ultime ore". Bermejo ha creato una cerimonia digitale a cui si può partecipare per rimpiazzare il funerale.

"Come dire 'io ci sono'? 'Io ti amo', come visualizzare i propri cari senza essere lì perché loro sono in ospedale? Stiamo vedendo un'ondata di risposte positive che rinsaldano i legami grazie alla tecnologia".

Con i morti che hanno superato gli 800 in 24 ore, la Spagna aspetta a giorni il suo picco, nella speranza che poi presto il contagio rallenti.

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