Coronavirus: il virologo Giulio Tarro non condanna l'immunità di gregge

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APTOPIX Britain Virus Outbreak Diritti d'autore Matt Dunham/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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Di Salvatore Falco
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"Presumo che alla base della decisione ci siano dei primi attori. Penso che possa essere un'ipotesi valida", dice il virologo Giulio Tarro, allievo di Albert Sabin

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L'immunità di gregge ventilata dal consigliere scientifico del premier britannico Boris Johnson fa discutere. Definita da molti una scelta irresponsabile, l'idea viene spiegata da Giulio Tarro, virologo e discepolo di Albert Sabin, il medico che ha sviluppato il più diffuso vaccino contro la poliomielite.

"Il Primo ministro inglese fa parte di una comunità scientificamente molto valida, presumo che alla base ci siano dei colleghi, dei primi attori - dice Tarro - Penso che possa essere un'ipotesi valida".

Le condizioni climatiche permettono al virus di svilupparsi, ma c'è chi non esclude che l'estate possa portare via la minaccia. 

Secondo il professor Tarro potrebbe comportarsi come l'influenza: "L'influenza viaria, ma anche quella suina, sono diventate stagionali e regionali".

Londra mira a "proteggere le persone nel periodo di maggior contagio" e a "ritardare e abbassare il picco" fino ai mesi estivi, quando il servizio sanitario nazionale britannico è meno sotto pressione. 

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