Riunione bollente per la Siria al Consiglio di sicurezza dell'Onu

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Di Paolo Alberto Valenti
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La Russia non intende riddure l'offensiva militare in Siria anche a fronte di una situazione umanitaria sempre più grave e nonostante i rischi di escalation con la Turchia

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L'inviato dell'Onu in Siria, Geir Pedersen, ha messo in guardia i membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu da una sempre più probabile escalation del conflitto nel nordest del Paese mediorientale. Si trattarebbe di un pericolo imminente per via delle recenti dichiarazioni di Turchia e Russia. Intanto la Russia, uno dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza, si è opposta alla dichiarazione Onu per il cessate il fuoco in Siria. Stando a Pedersen è allarmante il rapido deterioramento della situazione umanitaria nel nord-ovest della Siria "con la tragica sofferenza dei civili. L'offensiva in corso ha messo in fuga a più  riprese quasi 900.000 civili dal 1 ° dicembre 2019. Centinaia sono stati uccisi in questo lasso di tempo", ha precisato l'inviato dell'Onu per la Siria.

Molto contrariata anche la Francia

Nicolas de Rivière, l'ambasciatore francese presso le Nazioni Unite, si è mostrato visibilmente alterato dopo una tesa riunione a porte chiuse del Consiglio di sicurezza ed ha ammesso di aver cercato in tutti i modi di ottenere "una dichiarazione stampa che chiedesse la cessazione delle ostilità e l'accesso umanitario a Idlib. Di fatto la Russia ha detto di no cosa che è molto dolorosa. Quindi, il processo Astana non funziona, questo è ormai un dato di fatto" ha dichiarato alla stampa.

Scontri anche verbali in riunione

Secondo i diplomatici la riunione  a porte chiuse, che seguiva la riunione pubblica,  è stata  caratterizzata da scambi di "insulti" e da forti tensioni. La Russia ha criticato con veemenza gli occidentali per "non aver compreso la posizione russa".

 La conquista ad ogni costo

Non c'è stato alcun segno di rinuncia alla violenza. Le truppe siriane e le forze alleate sostenute dalla Russia hanno intensificato la loro offensiva contro i jihadisti e i loro sodali ribelli a Idlib e nella vicina provincia di Aleppo. I siriani hanno riconquistato aree di Idlib e le zone chiave che consentono la messa in sicurezza l'autostrada M5 strategica che collega le quattro città più grandi del paese e l'intero urbano di Aleppo per la prima volta dal 2012.

Intanto in Siria riapre il collegamento aereo fra Damasco e Aleppo

Un volo civile che trasportava ministri e giornalisti siriani è partito dalla capitale Damasco per atterrare 40 minuti dopo all'areoporto di Aleppo. Una iniziativa che segna la ripresa dei voli commerciali verso la città settentrionale del paese dopo una pausa di otto anni. Il volo avviene a pochi giorni dalla riconquista da parte delle forze governative che stanno ripulendo tutte le aree intorno ad Aleppo dalla presenza dei jihadisti e i loro allaeati. La riapertura dell'aeroporto di Aleppo e la recente riconquista dell'autostrada M5 che collega la città alla capitale Damasco rappresentano una vittoria simbolica ed economica per le autorità di Bashar al-Assad sostenute dalla Russia.

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