Bilancio europeo: chi pagherà il prezzo della Brexit?

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Di Elena Cavallone
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In corso la battaglia sul bilancio dell'Unione europea. Un braccio di ferro tra chi vorrebbe spendere di meno e chi chieder maggiori risorse per far fronte al buco nella casse lasciato dalla Brexit

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Pagare di più o spendere di meno? Questo dilemma di economia domestica attanaglia anche l'Unione europea, che dopo l'Uscita del Regno si ritrova con un buco di 15 milioni di euro annui nel suo bilancio.

I capi di stato di governo si incontrano giovedì per discutere dell'ammontare del nuovo bilancio europeo per i prossimi 7 anni e soprattutto su come spendere questi soldi.

La proposta sul tavolo presentata dal Presidente del Consiglio europeo Charles Michel al momento prevede un taglio alle politiche di coesione e sviluppo rurale per circa 70 miliardi di euro. In questo modo, avverte il presidente del comitato europeo delle Regioni Apostolos Tzitzikostas, saranno i cittadini a pagare il prezzo della Brexit.

"Questi tagli al bilancio europeo e ai fondi di coesione sono il miglior regalo possibile per gli euroscettici. Dobbiamo fare in modo che non vengano effettuati tagli a programmi e fondi che incidono sulla vita quotidiana delle persone perché in questo modo tagliamo il ponte tra l'Unione europea e i cittadini. Specialmente dopo la Brexit abbiamo bisogno di un'Unione europea più vicina alle persone e fare i modo che i cittadini stessi si avvicinino all'UE".

Si prevedono pero più fondi per finanziare le nuove priorità come la gestione dell'immigrazione, a cui verrebbero destinati circa 22 mliardi di euro.

Per Pietro Bartolo, eurodeputato del PD con anni di attività come medico a Lampedusa, questi finanziamenti sono necessari per aiutare paesi come l'Italia, ma da soli non bastano.

"Secondo me quello che è giusto e prioritario fare, essendo l'UE una famiglia unica, è approvare una riforma del regolamento di Dublino che preveda un ricollocamento automatico dei migranti su base obbligatoria tra gli stati membri. Questa è la vera soluzione che può risolvere o dare delle risposte immediate a quello che è il fenomeno migratorio".

La proposta di Charles Michel non piace al Parlamento europeo, che dovrà dare il suo consenso per l'approvazione del nuovo bilancio. Se non si riuscirà a trovare un accordo a breve, l'interna macchina dei finanziamenti europei potrebbe subire una battuta d'arresto.

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