Da Pechino a Mosca, Roma e Parigi guerra totale al coronavirus

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Di Paolo Alberto Valenti
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Mentre gli scienziati francesi rinverdiscono contro il coronavirus alcuni farmaci anti HIV e a Roma l'Università Biomedica individua le dinamiche della mutazione del virus tutti puntano al vaccino che non si potrà avere in tempi brevi

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Mentre il mondo è alla ricerca di un vaccino contro il nuovo coronavirus scienziati francesi hanno proposto 3 metodi per aggredire questa nuova infezione. Il primo è usare il Kaletra, un farmaco anti-HIV relativamente vecchio, creato dal laboratorio americano AbbVie, che combina due molecole antivirali (lopinavir e ritonavir). La seconda opzione è quella di combinare questo farmaco con l'interferone (antivirale e immunoterapico), una combinazione utilizzata sul coronavirus Mers (sindrome respiratoria del Medio Oriente) in uno studio clinico in corso. Il terzo è basato su Remdesivir, un antivirale dell'americana Gilead, testato in passato sull'Ebola.

La ricerca in Russia

Nel frattempo diversi team lavorano alla creazione del vaccino, ma separatamente. Lo conferma da Mosca Tatyana Golikova, Vice Primo Ministro russo che ammette una febbrile ricerca nei laboratori di stato che pure non hanno avuto dai cinesi "dati su un vaccino e sul ceppo". Quindi i russi stanno utilizzando fonti aperte e materiale disponibile.

La ricerca in Italia

L'evidenza scientifica dimostra che il virus viene dai pipistrelli. Alcuni scienziati italiani del Campus Bio-Medico dell'Università di Roma, guidati dal professor Massimo Ciccozzi, nei giorni scorsi hanno identificato la mutazione della proteina virale che ha permesso alle specie di attaccare l'uomo. "Il coronavirus è passato dai pipistrelli all'uomo - spiega a Euronews Ciccozzi - Una volta passato all'uomo il virus scatena immediatamente l'epidemia. Come ha fatto questo coronavirus dal pipistrello a raggiungere l'uomo? Ci è voluta solo una mutazione, un processo in una determinata proteina ad un certo punto in questo grande genoma".

Si prevede una molto limitata diffusione del virus in Europa

E mentre in Europa i casi di nuovi coronavirus crescono il loro ritmo di crescita rimane molto limitato e, come confermato dalle autorità sanitarie durante le audizioni al Parlamento europeo, i rischi di un'epidemia in piena regola sono piuttosto bassi. "Esiste una probabilità da moderata a elevata per avere altre importazioni di casi in Europa. Se i casi vengono rilevati in modo tempestivo e adeguato con la prevenzione e se vengono attuate misure di controllo, in particolare in ambito sanitario, la probabilità di osservare ulteriori limitati casi di trasmissione umana all'interno dell'UE è da stimare da molto bassa a bassa": spiega Andrea AMMON, direttrice esecutiva del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).

Tre successi italiani

Intanto anche in Italia, a Padova, ricercatori italiani hanno realizzato la sintesi del Kit diagnostico rapido per il coronavirus. (Terzo risultato della ricerca italiana in soli tre giorni).

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