La Romania dice alla Moldavia di smettere di chiamare la lingua "moldavo"

La Romania dice alla Moldavia di smettere di chiamare la lingua "moldavo"
Diritti d'autore Il presidente moldavo, Igor Dodon - AP
Di Orlando Crowcroft
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La questione linguistica affonda le sue radici nell'epoca sovietica, quando i sovietici crearono un'identità moldava artificiale, diversa da quella rumena. Ma l'uso della retorica della lingua rumena contro quella moldava ha danneggiato il discorso pubblico sia a Bucarest che a Chisinau.

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Alla Moldavia è stato detto di smettere di smettere di riferirsi alla propria lingua come "moldavo" e di usare invece il termine "rumeno". La precisazione arriva dall'Accademia rumena, istituto culturale sostenuto dal governo, che venerdì ha ribadito come la lingua del vicino Stato sia in realtà un dialetto del rumeno.

Secondo l'accademia, si dovrebbe parlare di rumeno, così come la lingua parlata dagli austriaci è il tedesco e quella dei belgi valloni è il francese. "Promuovere l'idea di una lingua moldava distinta da quella rumena non è solo una distorsione di una realtà e di un'identità culturale, ma anche una manipolazione ideologica che la comunità internazionale non accetterà mai".

Il nuovo presidente della Moldavia, Igor Dodon, si è espresso a favore della lingua moldava durante un discorso al Consiglio d'Europa a Strasburgo. 

Le relazioni tra Romania e Moldavia sono state messe a dura prova dai nuovi governi di entrambi i Paesi. Dodon, eletto nel 2016, ha perseguito legami più stretti con la Russia di Vladimir Putin e si è scontrato con il nuovo leader rumeno Ludovic Orban, nominato primo ministro nel 2019, il quale ha promesso di reintrecciare rapporti più stretti tra Bucarest e Bruxelles.

Nel suo discorso del 29 gennaio, Dodon ha detto che la Moldavia si è impegnata a creare un'Europa unita "da Lisbona a Vladivostok", all'estremità della Russia.

"Sono identiche"

La disputa sulla lingua è molto più antica rispetto agli ultimi sviluppi politici, indica Dionis Cenusa, ricercatore dell'Università JLU in Germania. "La questione linguistica affonda le sue radici nell'epoca sovietica, quando i sovietici crearono un'identità moldava artificiale, diversa da quella rumena".

La Romania e la Moldavia sono state unificate per la prima volta nel 1918 dopo la fine della prima Guerra Mondiale. La Moldavia fu poi annessa dall'Unione Sovietica nel 1940. Dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, entrò a far parte dell'URSS fino a quando non dichiarò la propria indipendenza nel 1991, durante l'era della Glasnost.

Da allora, è stata al centro di un tiro alla fune tra la Romania e la Russia, che ha mire sulla regione separatista della Transnistria, dove Mosca elargisce cash e sussidi e mette a disposizione centinaia di soldati.

Se la vicinanza di Dodon a Mosca ha fatto arrabbiare Bucarest, molti moldavi parlano il russo come prima lingua e si sentono più vicini alla Russia che alla Romania. In un censimento del 2004, il 60% delle persone ha identificato la propria lingua come "moldavo" mentre solo il 19% ha detto di parlare rumeno. Nella costituzione del 2008, la lingua della Moldavia è definita "moldava" e non rumena.

Radu Magdin, analista politico regionale, ha ben accolto l'intervento dell'Accademia rumena. "L'uso della retorica della lingua rumena contro quella moldava ha danneggiato il discorso pubblico sia a Bucarest che a Chisinau, innescando e alimentando conflitti politici su una questione che alla fine si rivelerà dannosa per gli interessi della gente. Sebbene la Moldavia sia uno Stato a parte, non c'è dubbio che la lingua parlata dalla maggioranza dei moldavi sia il rumeno".

Nel 2013 la Corte costituzionale moldava ha stabilito che la lingua rumena e quella moldava sono identiche. Nel frattempo, secondo un recente sondaggio, solo il 34% dei moldavi è favorevole all'unificazione con la Romania.

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